“Provo ancora dolore ma mi mancava competere, è nel mio sangue e volevo provare a giocare gli Australian Open.”
Così scrive sul suo Instagram il campione serbo, alle prese da due anni con un infortunio al gomito che si è aggravato nell’ultima stagione.
Il suo 2016 si era concluso con il ritiro ai quarti di finale a Wimbledon, e dopo 6 mesi di stop Nole era impaziente di tornare in campo,
Ha consultato vari medici, ricevendo pareri diversi ma in molti gli hanno consigliato di non giocare per non peggiorare la situazione.
Djokovic di fatto provava ancora dolore, ma questo non è bastato a fermare il suo spirito competitivo. I fastidilo hanno attanagliato anche durante lo slam, costringendo il serbo ad operarsi al gomito. Così come Andy Murray, forse ha ritardato un po’ troppo nel prendere questa decisione, apparentemente rischiosa ma che forse avrebbe comportato uno stop più breve.
La scorsa estate il medico della nazionale serba Zdeslav Milinkovic aveva parlato di edema osseo, che consiste nell’accumulo di liquido all’interno delle ossa. Ciò che preoccupa è che questa patologia viene solitamente curata con il riposo, dato che non è possibile ricorrere ad operazioni chirurgiche. Quindi è possibile che Djokovic soffra anche di instabilità articolare al gomito, comune negli atleti che usano l’arto al di sopra della loro testa. Solo in casi estremi si ricorre all’intervento, e potrebbero passare anche 4 mesi affinché le prestazioni siano efficienti.
Anche questa stagione potrebbe essere in parte segnata dalla pausa forzata del serbo, e una volta tornato in campo sarà fondamentale per lui essere al 100%. Per un gioco basato molto sul fisico come quello di Novak, forse sarebbe da prendere anche in considerazione l’opzione di un cambio dal punto di vista tattico: un gioco più aggressivo potrebbe aiutarlo a faticare meno.
Prendendo esempio da Roger Federer, potrebbe anche organizzare diversamente il calendario saltando alcuni tornei minori.
Il post su Instagram di Novak Djokovic:
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