Sembrava essere iniziato sotto i migliori auspici il Master di Madrid per Djokovic, con la prima significativa vittoria di quest’anno, arrivata ai danni del giapponese Kei Nishikori. Una vittoria sofferta e sporca, ma che poteva almeno rappresentare un punto da cui cominciare a ricostruire un’annata fin qui disastrosa. Al secondo turno invece è arrivata l’ennesima sconfitta, contro il modesto Kyle Edmund, numero 1 di sua Maestà in attesa del rientro di Murray. Il serbo cede infine in 3 set, 6-3 2-6 6-3, e con tanti rimpianti soprattutto nell’ultimo set, quando non è stato in grado di centrare il break decisivo, per poi crollare: “Ho avuto un po’ sfortuna sullo 0-40. Edmund ha trovato subito due ottimi servizi e ho sprecato soltanto il punto sul 30-40, l’unica vera occasione in cui potevo rientrare nel match. So bene che vista da fuori sia stata una grande opportunità persa”.
Non mancano i complimenti per il suo avversario, che sta migliorando torneo dopo torneo: “Kyle ha migliorato molto il suo rovescio, e il suo dritto era già la sua arma migliore; sta migliorando anche la risposta e il servizio grazie al lavoro con Mario Ancic, il suo nuovo allenatore, con cui sta raggiungendo il suo miglior tennis fino a oggi”. Dalle parole del serbo sembra però emergere una certa rassegnazione: le ultime due stagioni hanno lasciato alle sue spalle una sanguinosa serie di sconfitte, e adesso sono già 6 i tornei consecutivi in cui non riesce a raggiungere i quarti di finale dal rientro dopo l’infortunio: “Ci sono cose su cui devo continuare a lavorare, e spero che il mio gioco tornerà a migliorare un giorno. Sono deluso, ma felice per i progressi che sto facendo. Non è la fine del mondo, ho giocato a tennis per molti anni e ho avuto molto successo, e cerco sempre di ricordare che nessuno mi obbliga a continuare a giocare a tennis, ma finchè mi piace farlo voglio continuare. Questo mi fa sentire fortunato, è qui la mia forza: continuerò a giocare finchè amerò questo sport”.