Dominic Thiem non ha iniziato nei migliori dei modi il nuovo anno, uscendo prematuramente sia agli Australian Open che a Doha e a Dubai. Atteso ad una pronta riscossa nella sua amata terra rossa ha saltato i primi appuntamenti della stagione primaverile sulla terra europea, non presentandosi né al Rolex Masters di Montecarlo e né all’Atp 250 di Belgrado in programma questa settimana.
Dopo il successo conseguito a Flushing Meadows 2020, il primo Major vinto dal tennista austriaco, si era pensato all’austriaco come il vero erede dei “Fab 3”,ma proprio nel momento migliore della sua carriera sono arrivate di colpo problematiche inaspettate di non facile soluzione.
Intervistato dal quotidiano viennese Der Standard Dominic Thiem spiega i motivi dell’infelice periodo che sta attraversando, caratterizzato principalmente da una crisi esistenziale e afferma: “Il successo agli Us Open mi ha svuotato. Quando insegui un obiettivo per tutta la vita e poi lo raggiungi, le cose non sono più le stesse. È normale, ma nel tennis va tutto molto di fretta e non puoi permetterti di rallentare. Non c’è tempo per metabolizzare una vittoria, se non sei al 100% perdi. Ed è esattamente quello che mi è successo nel 2021. Se fossi andato a Belgrado avrei perso al primo turno, infilandomi in una spirale ancora più negativa: meglio restare a casa“.
Durante i tornei di Doha e Dubai, il numero 4 del ranking ATP ha accusato problemi fisici riguardanti il ginocchio sinistro. Il suo obiettivo resta di tornare in tempo per il Masters 1000 di Madrid in vista poi degli Internazionali d’Italia a Roma, del Roland Garros e delle Olimpiadi di Tokyo e dice: “Mi piacerebbe essere competitivo. Vincere una medaglia a Tokyo sarebbe un sogno, ma vediamo che succede con la pandemia“.
Inoltre Dominic Thiem non sta gestendo bene le restrizioni previste per il covid-19 che limitano ogni libertà individuale, anche se lo stesso austriaco ha sottolineato come, per altri colleghi, invece abbia funzionato in maniera inversa e commenta: “Daniel Evans e Alexander Bublik ad esempio di solito fanno fatica a trovare la concentrazione e le motivazioni giuste per fare del loro meglio in campo, ma in questo modo sono costretti a pensare solo al tennis e stanno raccogliendo ottimi risultati”.
Il classe 1993 ricorda poi la partita giocata contro Nick Kyrgios agli Australian Open, una delle più spettacolari giocate in carriera da entrambi i contendenti, nella quale l’ha spuntata al quinto set dopo essersi trovato sotto di due set e dichiara: “Una delle migliori della mia vita, ma tanto sforzo non mi ha portato grossi benefici. Durante il match c’era un’atmosfera incredibile, poi è arrivato il coprifuoco. All’improvviso mi sono trovato negli spogliatoi, sudato, e la stanza era vuota. Sembrava si fosse verificato un incidente nucleare. Due giorni dopo ho affrontato Dimitrov in uno stadio vuoto e con il caldo soffocante. Non sono stato in grado di gestire la situazione”.
Da allora il tennista di Neustadt non è stato più lo stesso, soffrendo anche l’assenza di pubblico sugli spalti e svela apertamente il suo malessere: “Sono tifoso del Chelsea, ma non ho visto nemmeno le partite di Champions League o il torneo di Monte Carlo. Ho passato 15 anni della mia vita a caccia di un obiettivo, senza mai voltarmi. Una volta che l’ho ottenuto, alcune cose sono crollate. Anche nella mia vita privata sono cambiate delle cose: gli orizzonti si sono allargati, prima ero solo tennis e adesso vorrei cambiare. Nel prepararmi per questa stagione, sono entrato come in un buco nero. Spero di uscirne, non lo so, lo spero. Comunque non lascerò che tutto questo mi tolga il sogno di giocare a tennis. Prima o poi torneremo alla normalità”.
Nicola Devoto