“Ci vorrà del tempo ma tornerai” gli aveva detto al termine del loro match di primo turno nel Master 1000 di Madrid Andy Murray, uno che di recuperi dagli infortuni se ne intende, e ora finalmente in Dominic Thiem si comincia a intravedere qualcosa che fa ben sperare. Si vede la voglia di vincere, la rabbia per gli errori, alcune sbracciate degne dei vecchi tempi e, soprattutto, si vedono le vittorie.
L’austriaco aveva salutato la stagione 2021 nel mese di Luglio, ma ad inizio anno, anche prima dell’infortunio al polso, si era già notato un calo nel classe 1993. Non solo di risultati ma anche, con ogni probabilità di motivazioni. Non qualcosa di impensabile dopo aver raggiunto l’obiettivo di una vita. A non nascondersi è stato anche lo stesso giocatore dichiarando che, dopo la vittoria agli US Open, faceva fatica a ritrovare uno scopo per il suo tennis.
A complicare i piani poi il dolore al polso e il conseguente intervento chirurgico. Un vero e proprio calvario diventato anche un documentario, con tanto di fisioterapista “cacciato” perché incolpato di aver accelerato i tempi di recupero, e tanti ripensamenti su quale fosse il momento giusto per tornare in campo.
Dopo aver più volte rimandato il rientro, è tornato alle competizioni nell’Aprile di quest’anno al Challenger di Marbella. Il ritorno alla vittoria è però arrivato solo due settimane fa, a casa sua, nel Challenger di Salisburgo, dopo un digiuno che durava dagli Internazionali Bnl d’Italia del 2021.
Un primo passo verso una normalità ritrovata. La settimana seguente, infatti, Dominic Thiem ha raggiunto i quarti di finale a Bastad dove ha estromesso dalla competizione Ruusuvuori e Bautista Agut. Anche a causa del suo attuale ranking, numero 274, le vittorie sono tutto quello che conta al momento per lui e ognuna di esse può essere fondamentale per aggiungere quel pizzico di confidence in più. Poi, col tempo, arriveranno le prestazioni che è lecito aspettarsi da uno come lui.
È normale chiedersi se un tennista che veniva definito l’erede di Nadal sulla terra battuta possa tornare a certi livelli. A questo quesito però non c’è risposta, o almeno non ancora. La carta d’identità è dalla sua parte (28 anni) ma il tempo ci dirà se anche gli altri ingredienti per tornare ad alzare trofei importanti lo sono, come il pretendere la perfezione da sé stesso, la voglia di non perdere neanche un punto, la tenuta fisica e mentale e, ovviamente, il gioco.
La strada sulla quale Dominic Thiem si sta incamminando è quella giusta, ma è una strada molto lunga. Intanto il suo palmares conta la posizione numero 3 del ranking ATP, 1 Slam (US Open 2020), 1 Masters 1000 (Indian Wells 2019), due finali alle ATP FInals per un toltale di 17 titoli.
Jacopo Canonico