Partiamo da un presupposto fondamentale: definire chi sia il più grande tennista di tutti i tempi è puramente soggettivo.
I motivi sono innumerevoli prima di tutto il fatto che nonostante i freddi numeri che compongono statistiche, titoli ecc…le componenti stilistiche, emozionali e affettive giocheranno sempre un ruolo fondamentale nei giudizi di ognuno di noi.
Appurato ciò ed esaminando quei numeri possiamo fare delle considerazioni riguardanti Novak Djokovic che secondo molti proprio grazie a quei numeri può essere considerato il GOAT.
Iniziamo dal numero di Slam. In questa speciale classifica Djokovic al momento è terzo con 17 Slam, dietro proprio agli eterni rivali Federer (20) e Nadal (19). Messa così il serbo non si può considerare il più grande ma a far pendere dalla sua questo giudizio sono le prospettive per il futuro. Djokovic è più giovane di un anno rispetto a Nadal (fisicamente anche più) e di sette rispetto a Federer e sembra il più pronto dei tre per vincere altri slam in tempi brevi (nuove leve permettendo). Inoltre con la vittoria lo scorso febbraio a Melbourne, è riuscito a vincere almeno uno slam in tre decenni differenti (ci era riuscito anche Ken Rosewall tra gli anni 50 e 70).
Altra considerazione importanti. Djokovic è l’unico che è riuscito a vincere quattro Grand Slam consecutivi nell’era Open, anche se non nella stessa stagione (da Wimbledon 2015 a Roland Garros 2016) e tutti i Master 1000 in calendario.
Analizzando invece i confronti diretti con gli “altri due” anche in questo Djokovic è in vantaggio al momento. 27-23 contro Federer, 29-26 con Nadal e li ha inoltre battuti nei loro tornei preferiti Wimbledon e Roland Garros. Djokovic vanta inoltre il miglior bilancio tra vittorie e sconfitte contro i primi 10 giocatori del ranking, con un impressionante 212-97, ovvero il 68,61% degli incontri giocati e anche la miglior percentuale tra finali giocate e vinte (79 su 113).
Di numeri ce ne sono tanti altri dalla parte del serbo e anche le prospettive come detto sopra pendono più dalla sua parte che da quella dei suoi avversari, anche uscendo dai Big 3. Il problema è che alla domanda su chi sia il migliore di sempre non si potrà mai rispondere in maniera oggettiva e appassionati e addetti ai lavori continueranno a interrogarsi all’infinito su questo dilemma. Forse è anche questo uno dei segreti di questo magnifico sport.