È il giorno di Sinner: stanotte l’esordio dell’azzurro in uno Slam

Sinner

Jannik Sinner

Finalmente è arrivato il grande giorno dell’esordio di Jannik Sinner in un tabellone principale di uno Slam. Sono tanti i motivi d’interesse per i quali vale la pena di assistere ad un match apparentemente scontato, il cui esito penderebbe su sponda avversaria, ma carico di sfumature sia per gli appassionati italiani, che per la stampa mondiale, pronta a prendere coscienza delle potenzialità dell’altoatesino. Ma quali sono le reali possibilità di Sinner nel match odierno? L’azzurro sarà in grado di tener testa ad un pluricampione Major, riuscendo ad astrarsi dall’emozione che un contesto del genere può provocare?

A tenere a battesimo il neo-maggiorenne italiano in un torneo Slam sarà Stan Wawrinka, ex n. 3 del mondo e tre volte campione nella categoria più prestigiosa degli eventi tennistici. Se poi a ciò si aggiunge che, tra i già citati trionfi Major dello svizzero, figurano anche gli Us Open, vinti nel 2016 in finale contro Novak Djokovic, la strada dell’azzurro diventa sempre più ripida. E allora perchè tanta attesa? Prima di tutto perchè il ragazzo ha appena raggiunto la maggiore età e ciò fa di Sinner l’italiano più giovane a partecipare al main draw di uno Slam dai tempi di Diego Nargiso, presente agli Australian Open nel 1988 all’età di diciassette anni e dieci mesi, quindi il secondo azzurro a riuscire nell’impresa, davanti a mostri sacri del nostro tennis come Corrado Barazzutti, Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli. Molto probabilmente non vincerà, raccoglierà le briciole al cospetto di un avversario molto più navigato, ma Jannik ha dimostrato nel corso della stagione di avere la testa per giocarsela ad alti livelli, soprattutto quando non ha niente da perdere e tutto da guadagnare, in termini di esperienza, abitudine a certi palcoscenici e consapevolezza nei propri mezzi. Guai, però, a non trovare almeno uno spiraglio, una ragione per cui credere che l’altoatesino non possa fungere da mera vittima sacrificale. Dopo i quarti di finale raggiunti al Roland Garros (Wawrinka non vinceva più di due match in uno Slam proprio dall’edizione 2016 dello Slam parigino, quando centrò la finale), il tennista di Losanna non si è spinto oltre il secondo turno nei successivi quattro tornei disputati. Segnale di una forma mai del tutto ritrovata dopo gli infortuni e annessi interventi chirurgici subiti tra 2017 e 2018. Se c’è un fattore sul quale Sinner dovrà puntare per provare a rendere indimenticabile l’esperienza del Louis Armstrong è quello della tenuta fisica, ragion per cui sarà necessario giocare tutti i punti, allungare gli scambi, evitando, se possibile, il pericoloso rovescio elvetico, e mettere pressione all’avversario già a partire dalla risposta. E a tal proposito ci sono dei numeri confortanti per l’azzurro: dopo il rientro dall’infortunio, Wawrinka ha collezionato ben 18 sconfitte in match che si sono risolti al set decisivo, di cui 3 in campo Slam.

Si poteva sperare in un esordio molto più morbido, con i vari Munar, Dellien, Dzumhur e Norrie (solo per citarne alcuni) pronti ad attendere il rispettivo avversario proveniente dalle qualificazioni. Ma quale migliore occasione per maturare esperienza e carpire i segreti dei top players, se non quella di affrontare su uno dei tre campi principali alla prima in un Major un campione della levatura di Wawrinka, che ha già sollevato trofei del genere?

Exit mobile version