È il 40° titolo Masters 1000 in carriera, il 97° titolo in assoluto, il 7° a Bercy, il 6° del 2023 su 7 finali giocate. Non giocava dalla Coppa Davis di metà settembre. Più che elencare i numeri, non si sa più cosa dire riguardo questo signore. Non si fosse ancora capito, Novak Djokovic è campione del Masters 1000 di Parigi-Bercy, ultimo torneo di questa categoria della stagione, battuto in finale con il punteggio di 6-4 6-3 Grigor Dimitrov, il quale, ad ogni modo, in uno sport diventato ormai soprattutto di forza, questa settimana ha portato alla ribalta il “bel gioco” e lo stile.
Djokovic è sicuramente molto più attento, sin dall’inizio, rispetto alla semifinale con Rublev, ma gioca una partita quasi “normale” (per quanto possa essere normale vincere una finale di un Masters 1000 senza neanche una grandissima prestazione), l’impressione però è che Dimitrov debba giocare il match perfetto per avere serie chance di vittoria. Sul 3-3 c’è la prima palla break, a favore di Nole, e Grigor è tradito dal rovescio in topspin, dopo una bella prima di servizio. Si rompe l’equilibrio, un equilibrio che per il bulgaro era molto sottile. Djokovic chiude il primo set, iniziando la polemica con il pubblico, dalla quale sembra ormai trarre nient’altro che giovamento.
Il serbo è come sempre chirurgico, il tennista più cinico, e non solo, della storia. Tre palle break sfruttate su quattro, nessuna concessa da parte sua. Gli errori di Dimitrov si infittiscono e sul 2-2 arriva lo strappo, il numero 17 della classifica mondiale prova a reagire con orgoglio ma c’è ben poco da fare. Di nuovo, Djokovic trionfa anche dopo alcuni giorni nei quali per sua stessa ammissione era stato poco bene, dopo circa un mese e mezzo di pausa dalle competizioni, al di là dei suoi giovani avversari, al di là del pubblico avverso, al di là della fatica, pur fatta, contro Griekspoor, Rune e Rublev. Ma, appunto, non che sia una novità. Prossimo appuntamento per il numero 1 del mondo: le ATP Finals di Torino.
Dimitrov dal canto suo ci ha regalato questa settimana e non solo delle partite splendide, e questa finale è il giusto premio, la giusta coronazione, del gioco che ha messo in campo in questo finale di 2023. Oggi, poi, per quanto Grigor ci ha fatto divertire ultimamente, contro Djokovic era quasi ingiusto chiedergli di più.