La sconfitta contro Zverev, oltre ad impedire a Federer di avvicinarsi ed appaiare Nadal in classifica e portare a casa per la prima volta in carriera la Rogers Cup, lascia alcuni strascichi in vista del proseguo della stagione americana. Infatti lo svizzero non è apparso in una forma smagliante già dal match contro Ferrer, e la schiena potrebbe aver potuto risentire degli sforzi di questi mesi. L’indicatore principale di questa condizione è il servizio, che nella finale ha visto come velocità media appena 10 km/h nella prima e circa 150 km/h nella seconda. Velocità non da lui, basta guardare i dati dei match relativi ai tornei pre-Toronto.
TRA N°1 E FORMA – A due settimane dagli US Open andrà capito il da farsi per non compromettere un buon avvio allo Slam americano, l’ultimo della stagione, e che permetterebbe a Federer uno storico triplete. Di contro, la partecipazione a Cincinnati potrebbe regalargli già la settimana successiva la testa del ranking, ma tutto dipenderà dal risultato che otterrà Nadal, quasi sicuro in caso di forfait dello svizzero di riprendersi il numero 1. Strategia, quella del ritiro, che poi permetterebbe a Federer di tentare l’affondo proprio nello Slam, dove Nadal difende i punti dello scorso anno, quando fu eliminato da Lucas Pouille negli ottavi. Senza dimenticare i tornei indoor successivi, dove storicamente Nadal ha sempre raccolto poco e anche lì sarà possibile fare incetta di punti per lo svizzero.
ATTESA – Staremo a vedere cosa ci riserveranno le prossime ore, le ultime utili allo svizzero per lasciare il posto a qualche lucky loser. Diverse valutazioni andranno fatte dal 19 volte campione Slam, ma da un punto di vista esterno e imparziale forse un recupero di 14 giorni anziché solo 7 preserverebbe Federer in condizioni perlomeno normali per disputare al meglio l’ultimo Slam della stagione. E chissà che non ci scappi la sorpresa