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Federer: “Mi piacerebbe alzare ancora una volta la coppa del Roland Garros”

A metà aprile, nel salotto dedicato al suo sponsor durante il torneo di Montecarlo, Roger Federer, ha rilasciato questa intervista di cui solo oggi si viene a conoscenza, proprio in occasione dell’inizio del Roland Garros, che il campione svizzero ha già inaugurato con la convincente vittoria in tre set contro il colombiano Falla al primo turno.

Dopo quello straordinario 2009, anno in cui è riuscito nell’impresa di vincere lo Slam parigino, l’unico dei quattro che mancava alla sua bacheca, il viaggio di Federer al French Open è stato un climax discendente: finale nel 2011, semifinale nel 2012, quarti nel 2013, ottavi lo scorso anno. C’è da preoccuparsi per questa edizione? “No, spero di no, nel 2013 ero infortunato e non ero al 100%” – dice lui – “Quando non ti presenti al meglio della forma al Roland Garros è difficile ottenere risultati. E’ anche vero che l’anno scorso sono stato molto deluso di perdere contro Gulbis agli ottavi, perchè poi avrei incontrato Berdych ai quarti e probabilmente sarei andato in semifinale. Quest’anno se troverò il mio gioco, se starò bene fisicamente, penso di essere in grado di fare grandi cose“.

Chissà se la vittoria del Roland Garros è, però, per Federer un obbiettivo concreto: “In qualche posto remoto della mia testa sì, mi piacerebbe ancora una volta alzare la coppa dei moschettieri, ma sarebbe comunque un risultato a sorpresa. Sulla terra rossa ho meno punti di riferimento e non ho dedicato molto tempo a questa superficie negli ultimi anni, ma l’obiettivo rimane quello. Devo puntare in alto e non uscire ai primi turni come ho fatto agli Australian Open quest’anno“.

Il ritiro è un’idea che terrorizza i suoi tifosi, ma che sicuramente gli è passata per la testa, sicuramente si è concretizzata in maniera importante dopo la vittoria della Coppa Davis a novembre 2014 contro la Francia. A riguardo Roger dice: “Inevitabilmente il pensiero mi è venuto. Ma mi sono detto: ‘Io non so esattamente che cosa voglio fare’, e non ho più pensato a ritirarmi. Non voglio, per esempio, uscire dal circuito per quattro anni per poi ritornare scoprendo di avere ancora voglia. Non avrebbe senso. E a quanto pare, ho ancora una Davis da giocare prima delle Olimpiadi di Rio“.

Ma a quasi 34 anni, Roger Federer è ancora in grado di vincere uno Slam?: “Credo di sì, e onestamente vedendo come ho giocato lo scorso anno a Wimbledon e agli US Open, penso certamente di poter vincere uno Slam. Il Roland Garros è forse il più difficile da vincere per me. Credo di avere più possibilità negli altri tre“. E il suo record di 17 Slam vinti pensa possa essere facilmente battuto: “Nadal è poco distante con i suoi 14 titoli, ma d’altra parte i record esistono per poter essere battuti. Ci sono stato io quando ho battuto il record di Sampras e c’è stato Sampras quando ha battuto il record di Emerson“.

Dalle parole di FedExpress si percepisce una voglia di andare avanti almeno fino ai Giochi Olimpici di Rio del prossimo anno: “In linea di massima sì, vorrei andare avanti. Alla fine si tratta solo di un anno e mezzo, ma al momento è solo un desiderio. Le Olimpiadi sono qualcosa di fenomenale“. Ma la domanda che nasce spontanea nelle menti di tutti è: è davvero possibile vedere Federer nel circuito anche dopo Rio?: “Non credo che mi ritirerò dopo il Brasile” – risponde lui – “Molta gente dice che smetterò dopo i Giochi ma non l’ho mai detto. Non ho idea di come e dove accadrà“.

Passando a uno degli altri record che rendono unico Roger Federer, c’è il fatto che non si sia mai ritirato durante un match: “Sono stato anche un po’ fortunato: nel 2005 ho avuto un brutto infortunio alla caviglia e se mi fosse accaduto durante una partita non avrei potuto continuare. Ma certamente è successo che avessi dolore durante un match, o che fossi malato. Mi sono sempre detto: ‘Se rinuncio è perchè ho paura di mettere la mia carriera a rischio’ ma credo che siano proprio le mie capacità fisiche, il mio stile di gioco a farmi giocare abbastanza bene, anche quando ho avuto infortuni“.

Filippo Gallino

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