“L’amor che move il sole e le altre stelle”. In questo modo Dante Alighieri conclude la sua Divina Commedia, parlando di un amore che muove le sue volontà e i suoi desideri. È quello stesso amore che tiene ancora in campo due giocatori che hanno dominato il circuito per due decenni e che cercano di opporsi al tempo che scorre inesorabilmente, perché solo l’amore ti fa superare i limiti umani e ti permette di raggiungere vette inaspettate.
La vittoria del primo turno di Andy Murray e di Roger Federer in altri tempi non avrebbe fatto scalpore visti i 10 Wimbledon in 2, ma a causa degli infortuni che hanno caratterizzato le loro ultime stagioni e il sorteggio poco benevolo, questo esordio vale molto più di quello che è realmente. Da una parte troviamo l’idolo di casa, colui che ha riportato il Regno Unito a vincere un titolo Slam, che torna a giocare sui prati londinesi dopo quattro anni, da quando nel 2017 si arrese all’americano Querrey nei quarti di finale; dall’altra c’è un giocatore che ha in Wimbledon il suo giardino, che vanta 20 slam e 103 titoli e che prova a dimenticare i match point non sfruttati nella finale del 2019.
Il sorteggio ha messo lo scozzese contro la testa di serie numero 24 Basilhasvili, che pur non essendo un estimatore della superficie quando è in giornata diventa devastante anche su erba, come dimostra la semifinale dell’ATP 500 di Halle. Murray dopo aver conquistato i primi due set per 6-4,6-3 si è portato sul 5-0 e servizio nel terzo set, e proprio quando tutto sembra fatto avviene quello che non ti aspetti: l’ex numero 1 del mondo avverte la pressione e non riesce a chiudere il match, perdendo 7 giochi consecutivi. Nel quarto però è bravo a dimenticare quanto avvenuto nel set precedente e a conquistare il parziale per 6 giochi a 3. Al secondo turno dovrà affrontare il tedesco Otte, reduce da una maratona conclusa al tie-break del quinto contro Rinderknech.
Federer invece ha dovuto affrontare il francese Adrian Mannarino, che ha nell’erba la sua superficie migliore. Lo svizzero, dopo aver conquistato il primo set per 6-4, ha dovuto lottare contro sé stesso oltre che contro l’avversario. Ha dovuto infatti superare un passaggio a vuoto tra la fine del secondo e il terzo parziale, come già gli era capitato ad Halle. Di orgoglio e con un paio di magie è riuscito a rimettersi in partita, evitando il break nel primo gioco del quarto set e allungando poi sul 3-0. Nel settimo game il francese dopo un cambio di direzione improvviso scivola e si infortuna al ginocchio destro, il che lo costringe al ritiro all’inizio del quinto. Al prossimo turno ci sarà un altro francese, il veterano Gasquet.
Per il proseguimento del torneo i due devono affrontare delle incognite, ma mentre Murray dovrà attendere risposte solo dal suo fisico, Federer attende anche risposte mentali. Lo scozzese è alla seconda vittoria Slam dopo l’operazione all’anca e nell’ultimo US Open, dopo il successo nel primo match del torneo, ha annunciato di aver faticato a camminare; lo svizzero invece deve valutare come risponde il suo fisico vista l’età – ad Agosto compirà 40 anni – e deve stare attento a partita in corso ai passaggi a vuoto che hanno caratterizzato le sue ultime uscite.
Comunque vada a finire il torneo questi due giocatori ci hanno ricordato nuovamente il motivo per cui sono due leggende di questo sport e l’amore che provano per il tennis, e noi che lo amiamo allo stesso modo non possiamo che ringraziarli e goderceli fino alla fine.
Luciano de Gregorio