Dopo il puntò di penalità assegnatogli per linguaggio offensivo, lo spagnolo Feliciano Lopez – che ha battuto Benjamin Becker nel primo turno del Masters 1000 di Madrid – ha sbottato contro il giudice di sedia Carlos Bernardes.
Il toledano Feliciano Lopez durante la conferenza stampa post-primo turno del Mutua Madrid Open ha espresso la sua opinione su ciò che è successo con Carlos Bernardes. Tra i due è avvenuta una poco piacevole discussione dopo che l’arbitro ha sottratto un punto a Lopez per una parolaccia urlata un po’ troppo forte durante uno dei giochi più importanti del terzo set.
Feli si trovava sul 40-40 nel tentativo di vincere il game e quindi pareggiare i conti con il suo avversario che in quel momento era in vantaggio: parte un sonoro e plurimo “¡Me cago en la puta!” dalla bocca dello spagnolo e viene avvertito severamente da Bernardes, che già lo aveva richiamato una volta, senza penalizzarlo, ma dandogli solo il warning. Ed ecco che Lopez si scatena contro il giudice brasiliano: “Non puoi penalizzarmi perchè ho detto ‘me cago en la puta’ contro me stesso e non contro le tribune quando invece altri giocatori spaccano racchette e dicono tutto il tempo ‘fuck’ senza che tu abbia le palle di dire nulla. So che è sbagliato, ma non puoi sanzionarmi“.
“Sinceramente credo che il mio comportamento non fosse l’ideale per un giocatore di tennis. Ho sbagliato” – ammette poi Lopez in conferenza stampa, più silenzioso – “Ho ripetuto varie volte quella parola rivolgendomi verso l’alto. Il primo warning non l’ho sentito: mi sono reso conto solo in quel momento di averlo ricevuto. L’unica cosa che ho detto a Carlos, per il quale ho molto rispetto, soprattutto come arbitro è che ci sono giocatori che come me hanno un comportamento irrispettoso ma che non vengono sanzionati, chiedo solo che i codici valgano per tutti. Sono stanco di vedere persone che si comportano sul campo in modo orribile, ma ai quali non succede mai niente. Non voglio fare nomi, ma sono sempre a litigare con l’arbitro e non pagano mai, è questo che mi dà fastidio.”
“Se si deve sgridare un giocatore sul campo, lo si fa” – dice Feliciano – “gli arbitri devono applicare il codice con tutti i giocatori. Se un giocatore è molto lento al servizio, viene applicato il regolamento: perdita di tempo. Va bene. Ma vi sono giocatori che durante il cambio di campo colpiscono l’avversario con la spalla e cosa succede? Nulla, si chiude un occhio. Poi quando un giocatore non prende il penalty point per aver gettato la palla fuori dallo stadio e l’arbitro si giustifica dicendo di non aver visto quando è proprio il campo che si deve guardare, non è giusto. Non si tratta solo di me“.