La settimana tennistica che stiamo vivendo, con l’ATP 250 di Budapest e il Challenger di Francavilla, ci stanno regalando una serie di sensazioni positive sui giovani prospetti del tennis italiano. Non solo una questione di punti e classifiche, ma anche di forza mentale, di capacità di ottenere risultati contro pronostico. Insomma, se al termine della sconfitta in Coppa Davis il nostro capitano Corrado Barazzutti notava che «I giovani ci sono, ma bisognerà vedere», le indicazioni che arrivano per l’italtennis maschile sono decisamente incoraggianti.
BUDAPEST TRICOLORE – Domani a Budapest si giocano i quarti di finale, e, in attesa di vedere cosa farà Andreas Seppi, non si può non partire dalla prima grande impresa della settimana firmata da Lorenzo Sonego. Il ventiduenne torinese sta provando il salto nei tornei del circuito ATP e, sebbene i challenger di inizio stagione siano stati altalenanti in quanto a rendimento, è riuscito a recuperare nelle ultime settimane una maggior continuità di rendimento. A Budapest sta vivendo un gran momento: qualificazioni superate in scioltezza senza perdere un set, battaglia vinta al primo turno contro Hurkasz (tenetelo d’occhio) in tre set – annullando anche due match point nel tie break del secondo parziale. Non sazio, ha eliminato la terza testa di serie, Richard Gasquet, in due set equilibrati sostanzialmente ma meritati, vendicando così l’eliminazione al secondo turno degli Australian Open. Ha raggiunto così Marco Cecchinato, che poche ore prima si era conquistato la sua posizione nei migliori otto del torneo regolando per la seconda volta in due settimane Dzumhur. Anche il palermitano sta vivendo un periodo fortemente felice. Dopo aver completamente toppato il Challenger di Barletta tre settimane fa (con tanto di addolorato post su Instagram), l’attuale numero 4 d’Italia si è rimesso al lavoro presentandosi in forma scintillante a Montecarlo, dove ha vinto tre match in fila e messo in seria difficoltà Milos Raonic. A Budapest ha avuto un momento no perdendo da Zopp nell’ultimo atto delle qualificazioni, ma il ripescaggio come Lucky Loser gli è valso il secondo quarto di finale della carriera in un 250 (l’altro era stato a Bucarest esattamente due anni fa, perse da Delbonis con doppio 6-2). Un grande risultato per un giocatore troppo ingiustamente bistrattato e di cui si diceva di aver raggiunto già il massimo cui potesse legittimamente aspirare. Al momento (e in attesa del match di quarti di finale contro Struff che potrebbe proiettarlo ancora più su) la classifica recita 84 ATP. Non era così in altro dall’ottobre 2015 e credere in un forte miglioramento del best ranking è doveroso, anche se all’orizzonte ci sono un paio di cambiali di punteggio importante (la finale al Challenger di Ostrava e il titolo in quello di Roma dell’anno scorso), ma la sensazione è quella di aver ritrovato uno specialista della terra battuta.
TRAVAGLIA, BERRETTINI, MORONI, QUINZI E GLI ALTRI – Stefano Travaglia è sempre vicino all’ingresso negli agognati 100. Ultimamente è arrivata qualche sconfitta di troppo, ma solo per stanchezza accumulata, si riprenderà a breve. Di Matteo Berrettini si è parlato tantissimo da inizio anno, e anche su queste pagine non si è fatta eccezione. Il romano, dopo l’entrata nei top 100 (da cui è uscito subito dopo, ma solo di poche posizioni) si è preso del tempo per riposare, migliorare dal lato del rovescio e tentare il salto fisso nei tornei 250. Nel dopo Irving sono arrivate tre vittorie e tre sconfitte: dopo l’eliminazione nel primo turno delle qualificazioni di Miami da parte di Peliwo (match girato su pochi punti) e la partita persa contro Basilashvili in Marocco, dove tutto sommato non ha sfigurato, sono arrivate tre partite vinta di fila a Budapest, prima della sconfitta di ieri in tre set contro Bedene. Sconfitta sfortunata, considerando che Matteo era stato avanti 4-3 e servizio nell’ultimo parziale. Si ricordi però che adesso non si deve aver fretta: Berrettini si sta adattando ai tornei di formato più elevato, sta faticando ovviamente, ma senza mai demeritare. La priorità non è vederlo subito nei primi ottanta al mondo, gli va lasciato il tempo di imparare a gestire i match del circuito ATP, di testare la sua forza mentale, di trovare soluzioni tattiche diverse contro avversari ostici. E sicuramente non gli va messa pressione addosso, quella che, per fare un esempio, ha costretto Gianluigi Quinzi ad essere ben lontano dai primi 300 al mondo. I due sono coetanei, ma le aspettative che si sono riposte sul giocatore veneto dopo la vittoria di Wimbledon Junior lo hanno innegabilmente rallentato nei miglioramenti. Il 2018 è stato finora avaro di grandi emozioni ma, intanto, a cinque settimane dall’ultimo match vinto, ieri è arrivata la vittoria contro De Loore a Francavilla. E il match di ottavi contro il redivivo Luca Vanni potrebbe valere un succulento quarto di finale challenger, che Quinzi non raggiungeva dalla scorsa estate (semifinale a Lisbona). Di Filippo Baldi invece s’è sempre parlato poco, eppure anche per lui è arrivato il secondo quarto di finale della carriera (vittorie da sfavorito contro il portoghese Joao Domingues e Liam Broady). Sarà almeno best ranking al numero 366 e il francese Hoang non è irresistibile. Ma Francavilla sta rappresentando anche una bella conferma per Matteo Donati di cui ci si è disinteressati per troppo tempo dopo il crollo in classifica che, nel giro pochi mesi, l’ha portato oltre la 400esima posizione dopo essere stato top 200. Dopo un inizio di 2018 molto stentato ecco allora arrivare prima il quarto di finale a Barletta e poi quello a Francavilla, un giusto approfittarsi delle situazioni, sia ambientali che economiche, che il florido circuito challenger italiano può mettere a disposizione dei propri prospetti. E così stanno facendo anche Moroni e Pellegrino, entrambi vogliosi di entrare al più presto nel giro dei primi 300 ed in ottimo stato di forma. Insomma, la situazione per l’italtennis è florida: Fognini, Seppi e Lorenzi possono stare tranquilli (e soprattutto Barazzutti), i giocatori con le potenzialità di sostituirli ci sono, bisogna solo aver pazienza e non esagerare con le aspettative.
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per non parlare di Christian Aviano