Filippo Volandri, 35 anni lo scorso settembre, si è raccontato a SuperTennis Magazine, confessando che il ritiro da tennista professionista si avvicina, ma avverrà in maniera graduale a differenza di quanto fatto lo scorso anno da Flavia Pennetta: “La passione per questo sport è ancora molto forte e in campo mi diverto tantissimo, ma è ovvio che si tratti di un semi-ritiro. C’è tanta carne al fuoco, perché oltre al lavoro che svolgo da telecronista e commentatore collaborerò con la FIT come tecnico al centro federale di Tirrenia”.
TENNIS PER CASO – L’ex numero 25 del mondo, che aveva stupito quando nel 2007 era riuscito a sconfiggere Roger Federer agli Internazionali di Roma, arrestandosi solo in semifinale. E pensare che il tennis non è stato da sempre il “suo” sport, e scelto quasi per comodità familiare: “Giocavo a calcio e pallacanestro, ma mia sorella, divenuta poi un’ottima seconda categoria, giocava a tennis e mia madre per non impazzire scelse questa disciplina anche per me. Ho iniziato con il maestro Piero Cocchella, che aveva cresciuto anche Marzio Martelli, e con mia zia Susanna Paoletti”.
CARRIERA – Prima di arrivare agli alti livelli citati poc’anzi, Filippo ha fatto tanta gavetta tra tornei Satellite e Futures, prima di conquistare il primo Challenger a Biella, nel 2000. Pochi anni più tardi arrivano anche i primi risultati ATP, coronati dai successi si Saint Poelten del 2004 e di Palermo due anni più tardi. Ma probabilmente il punto più alto della carriera è stato proprio quel 2007, quando “Filo” ha compiuto una vera e propria impresa nel torneo di Roma.
“A Roma ho sempre giocato benissimo. Tanti italiani hanno sofferto la pressione del torneo di casa, ma io mi sono sempre espresso al meglio, anche negli ultimi anni. A partire dalla prima volta su quel campo, nel 2001, quando superai Goran Ivanisevic in Coppa Davis per 6-4 al quinto set. I ricordi del match contro Federer a Roma? Indescrivibili. Nessun torneo mi ha mai emozionato così. Non erano solamente le vittorie a darmi gioia, bensì lo smisurato affetto della gente”.
SALUTE – Gli infortuni spesso ne hanno minato la continuità, ma si è sempre rialzato e ha recuperato il terreno perduto: “Una delle più grandi vittorie secondo me è stata quella di ripartire da zero dopo i problemi al ginocchio e tornare nei Top 100, passando dal numero 292 al 56 Atp. Rimpianti? Nessuno. Ho qualche recriminazione per aver provato per anni a migliorare il servizio, ma purtroppo ci sono riuscito solamente a fine di carriera. E certamente l’aver visto il primo campo in cemento a 16 anni ha pesato per il mio rendimento sul veloce. Ma la mia storia d’amore con il tennis è stata ed è fantastica”.
FUTURO – “Probabilmente giocherò ancora qualche torneo e, ovviamente, prenderò parte alla Serie A. Non ho mai pensato alla possibilità di interrompere del tutto gli allenamenti. Proseguirò senza dubbio la collaborazione con Sky Sport e, questa la novità, sarò consulente della FIT: seguirò alcuni raduni a Tirrenia, sarò a disposizione della federazione e, in particolare, darò una mano al ‘Progetto Over 18’. Conosco tutti i ragazzi italiani in ascesa, ho giocato con tutti loro, e credo di poter essere utile alla causa. L’obiettivo? Costruire un giocatore vero”
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