Il campo ha parlato: la finale dell’ATP 1000 di Indian Wells edizione 2024 sarà la rivincita di quella disputata nel 2023, giocata allora come oggi tra Carlitos Alcaraz e Daniil Medvedev.
Il 28enne moscovita accede all’atto conclusivo dell’evento californiano superando in rimonta il padrone di casa Tommy Paul col punteggio di 1-6 7-6(3) 6-2 in 2 ore e 27 minuti.
Volendo sintetizzare all’estremo l’andamento dell’altalenante match, si potrebbe dire che l’americano domina il primo set, arriva a pochi passi dalla vittoria nel tie break del secondo parziale, si infortuna alla caviglia sul più bello, lasciando il via libera per la finale all’ex numero 1 della classifica mondiale.
Nel primo set, infatti, Tommy Paul parte a razzo e con un parziale di 12 punti a 2 si porta rapidamente sul 3-0. Con un Medvedev piuttosto falloso ed un avversario molto aggressivo come nel match con Luca Nardi , la prima frazione se la intasca rapidamente il classe 1997 Star and Stripes.
Secondo set di segno diametralmente opposto, con il numero 4 al mondo più preciso sia nello scambio che nell’esecuzione dei passanti difensivi: sul 4-0 per Daniil, sembra che la frazione sia ormai indirizzata verso Est, ma il nord americano non è per niente d’accordo.
Intensificando i suoi attacchi sulla seconda di servizio e andando in modo piratesco all’arrembaggio ad ogni piè sospinto, dal 5-2 Paul risale fino al 5 pari, e poi al tie break che avrebbe potuto essere decisivo per la vittoria del beniamino del pubblico californiano.
Purtroppo per lui, sul 3-2 del tie, il povero Tommy si infortuna alla caviglia durante uno scambio infernale e le sue speranze di finale svaniscono proprio in quel momento preciso: Paul perde 7-3 il tie break senza ottenere più alcun punto ed il terzo set si rivela in buona sostanza una pura formalità che sancisce per il secondo anno consecutivo l’ingresso in finale di Daniil Medvedev.
Daniil, oltre ad essere un grande tennista, e pure un po’ fortunato per come è andata la sua semifinale, si dimostra anche un incredibile profeta di sventura. Aveva appena dichiarato in conferenza a stampa che le serie vincenti sono destinate a finire ed ecco che d’incanto si interrompe la striscia di 19 vittorie consecutive confezionate da Jannik Sinner.
Ovviamente stiamo scherzando, ma l’azzurro ha perso veramente il match, subendo la rimonta di Carlitos Alcaraz col punteggio di 1-6 6-3 6-2 in poco più di due ore.
Partita strana, sin da subito: i due ragazzi entrano in campo sorridendo e chiacchierando come se fossero in procinto di fare due scambi in amicizia – fantastico! -, poi piove quasi subito e un Sinner galantuomo regge l’ombrello alla bella ragazza che avrebbe dovuto sorreggerlo per lui. Dopo un’interminabile interruzione di tre ore, finalmente si ricomincia a giocare.
Primo set senza storia: Jannik in versione rullo compressore domina Carlitos che soccombe impotente al ritmo, alla violenza, alla potenza e precisione dei colpi dell’italiano che lo hanno reso invincibile per 19 incontri filati. Ma Panatta docet e il secondo set ci rammenta nel caso ce lo fossimo mai dimenticato che il tennis è lo sport del diavolo.
Juan Carlos Ferrero, il coach dello spagnolo, si guadagna lo stipendio scuotendo il suo pupillo e suggerendogli il cambio di strategia che ribalterà le sorti del match: basta fare a pallate con Jannik che ci fa la festa e cominciamo a giocare con la testa.
Carlitos, violentando la sua indole naturale, inizia a lavorare il dritto con pazienza e sagacia, cercando con grande frequenza quello dell’azzurro: con più top spin e traiettorie più alte, Jannik ora fatica ad appoggiarsi e spingere i colpi dell’iberico, commettendo numerosi errori di dritto che saranno ben 27 alla fine del match.
Sinner sente che la situazione gli sfugge di mano e gioca più contratto, balbettando pure col servizio che già con Lehecka non aveva brillato. Carlitos guadagna campo, sbaglia di meno e prende in mano le redini dell’incontro, anche grazie ai tanti drop shot giocati con l’obiettivo, raggiunto, di spezzare il ritmo di Jannik.
L’altoatesino avrebbe anche l’occasione di raddrizzare il break subito nel quarto game in un paio di occasioni, persino nel game in cui Alcaraz serve per il secondo parziale sul 5-3, ma oggi è il Carlitos-Day e il set molto combattuto se lo porta a casa lo spagnolo.
Purtroppo per Jannik non è proprio giornata e nel terzo game del set decisivo il match prende per lui una brutta piega: poche prime di servizio, tre errori col diritto e soprattutto una botta al polso e al gomito rimediata nel tentativo di recuperare una palla irraggiungibile con tuffo disperato alla Boris Becker, indirizzano la vittoria verso Carlitos.
Alla fine il break arriva e da lì in poi è praticamente un assolo spagnolo perché l’azzurro è frenato dalle conseguenze della caduta e non riesce più ad opporsi efficacemente al desiderio di rivalsa di Alcaraz.
Vittoria di testa per lo spagnolo che rinunciando ad assecondare la sua indole votata allo spettacolo, sceglie di “sporcare” il suo tennis scintillante con mestiere ed umiltà. Jannik anche senza il piccolo incidente probabilmente avrebbe perso comunque l’incontro, poiché non è stato in grado di trovare contromisure all’inusuale approccio al match di Carlitos a partire dal secondo set.
Come dice Jannik, “O vinci, o impari”: oggi abbiamo imparato che Alcaraz è tornato ai suoi livelli d’eccellenza e che sa giocare anche con grande intelligenza, dominando il suo l’istinto che invece lo spingerebbe sempre alla ricerca del colpo strappa-applausi.
Sede della prossima possibile sfida tra i due fenomeni, l’ATP 1000 di Miami, orfano di Djokovic, e dunque se gli amici-rivali si incontreranno ancora in Florida, sarà solo in occasione della finale.
Per quanto riguarda invece l’imminente atto finale di Indian Wells, Carlitos sembrerebbe il naturale favorito nei confronti di Daniil Medvedev, con tutte ma proprio tutte le carte in regola per bissare il successo ottenuto nel 2023.