Masters 1000 di Shanghai, ultimo atto. L’azzurro Jannik Sinner ed il serbo Novak Djokovic si scontreranno per l’ottava volta in carriera nella finale del prestigiosissimo torneo asiatico. 4-3 per Nole, il computo totale dei precedenti, così recitano le fredde statistiche.
Dopo quanto accaduto in settimana, con l’eliminazione prematura di Carlos Alcaraz e l’annuncio quasi a sorpresa del ritiro a Novembre di Rafa Nadal, questo sfida ai miei occhi di osservatore, ma soprattutto di appassionato, acquista un valore inestimabile.
I due giocatori si sono incontrati già in altre occasioni, e persino su palcoscenici Major più prestigiosi, ma a parte le Finals di Torino nel 2023, Nole e Jan non si sono mai sfidati in una vera finale del circuito, e tanto meno in una finale di un 1000, vero Regno incontrastato del cannibale serbo.
The Djoker è in campo alla caccia del 100° titolo in carriera, The Fox è in campo per scacciare i fantasmi WADA e TAS a suon di vittorie e trionfi, operazione che in tutta onestà gli sta riuscendo benissimo già da tempo.
Come sottolineavo in apertura, assisteremo ad una sfida dai contorni quasi epici, dal valore intrinseco incalcolabile. Come non mai, scontro generazionale che più generazionale di così non si può.
Da un lato del rettangolo di gioco, l’ultimo dei Fab4 sopravvissuto in prima linea, l’ultimo dei Big3 ancora in trincea, l’ultimo Highlander rimasto a tagliar teste agli avversari, il vero GOAT checché se ne dica.
Dall’altro, il nostro giovane Jan, il primo italiano Numero Uno al Mondo – anche a fine anno – il più forte giocatore in attività, vero ed unico erede spirituale del Djoker.
Mai come in questa occasione mi viene in mente quella famosissima scena del film Guerre Stellari, quando Dart Fener, durante il loro duello con le racchette laser, rivela a Luke Skywalker di essere suo padre.
Si, la penso proprio così, perché a mio avviso Jannik Sinner rappresenta l’evoluzione tennistica in chiave moderna del tennis cerebrale del leggendario serbo.
Quanti punti in comune hanno i due campioni, dal rovescio bimane in scivolata alla risposta mortifera, dal rifiuto assoluto della sconfitta alla ricerca spasmodica della perfezione, dall’intelligente duttilità tattica in campo alle incredibili capacità difensive. E potrei proseguire con altre similitudini, ma credo che il concetto sia più che chiaro.
Dopo le tre sconfitte ravvicinate subite – nel Round Robin delle Finals torinesi, in Coppa Davis a Malaga ed agli ultimi Australian Open – Novak ha capito chiaramente che Jan è il tennista che ha iniziato a scrivere la Storia del Tennis al posto suo.
Domani cercherà con tutte le sue forze di aggiungere altri capitoli vittoriosi alla sua immensa saga di giocatore leggendario ed irripetibile, ritardando così il fluire spietato del Tempo.
Jannik, il nuovo Djoker in versione potenziata, farà invece tutto quello che sarà in suo potere per sconfiggere di nuovo il GOAT e riaffermare una volta di più la nascita di un nuovo ordine tennistico mondiale, dominato dal Kaiser altoatesino dei campi da gioco.
Per nostra fortuna Taylor Fritz e Tomas Machac si sono scansati in semifinale: anzi, di forza il terribile duo li ha fatti scansare a suon di vincenti – e sudditanza psicologica nel caso di Taylor – ma temo purtroppo che non saranno ancora tantissime le possibilità di vedere Nole ed il suo degno erede italiano, l’uno contro l’altro in finale di eventi così importanti.
Domani dunque non perdete per nessun motivo il loro ennesimo entusuamante duello, perché è la storia del Tennis che scorrerà davanti ai vostri occhi.