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Fognini: “In passato ho sbagliato ma adesso sono cambiato in meglio”

Fabio Fognini ha avuto un ottimo inizio di 2018, con un ottavo di finale conquistato agli Australian Open e la semifinale ottenuta all’ATP 500 di Rio De Janeiro. Risultati che lo hanno fatto rientrare in top 20 ed ora nel torneo di San Paolo ha la possibilità di migliorare il suo ranking. Intervistato da Site Tennis News ha affrontato molti temi delicati, sopratutto le critiche che molti tifosi gli fanno per i suoi comportamenti in campo ma anche parlato degli avvenimenti positivi nella sua vita.

FEDERICO E FLAVIA – Una boccata d’aria fresca è stato l’arrivo del piccolo Federico, nato a Maggio del 2017 e che ha totalmente cambiato la vita di Fabio, mettendogli in qualche modo più responsabilità sulle spalle e quella protezione nei confronti del proprio pargoletto che solo un genitore può capire. Infatti spesso la lontananza da casa si fa sentire però insieme riescono a trovare sempre delle soluzione per stare sempre in contatto: “E’ molto difficile stare lontano dalla propria famiglia, ma negli ultimi anni sono cambiato in meglio. Flavia va sempre in alcuni tornei. Ci ritroveremo durante lo swing americano, altrimenti non potrei fare Indian Wells e Miami. Fortunatamente viviamo in Europa, Flavia non vuole ancora viaggiare in Australia e in questi posti lontani come il Brasile. Tuttavia, stiamo gestendo le cose molto bene. Quando sono nei tornei, la routine è sempre la stessa, c’è molto da fare, ma quando ho tempo vado su Internet e ci sentiamo per vedere il piccolo e parlare con lui. A casa, mi dedico molto a lui”. 

LA CARRIERA TENNISTICA – Il tennista di Arma di Taggia ha analizzato la sua carriera fino ad ora e nello specifico il 2018: “Sto bene, se continuo con un buon fisico e una buona testa, ho intenzione di giocare per molto tempo. Ovviamente dipende dall’evitare gli infortuni e molto altro. Certamente devo continuare a lavorare.” Inoltre ha parlato anche delle critiche che in molti dall’inizio della sua carriera gli hanno fatto, ammettendo di esser maturato nel tempo : “Cerco di andare per la mia strada, dando il massimo ogni giorno. Ovviamente, le persone non sanno come si sviluppa il tutto. Lo sappiamo solo noi (tennisti) e le persone che ci stanno dietro ogni giorno. I risultati e i numeri… le persone parlano perché siamo dei numeri. Alla fine della mia carriera, non negherò di essere “Fabio Fognini” a tutti gli effetti. Molte volte ho sbagliato e quando si sbaglia, ci si scusa. Sono stato me stesso, con alti e bassi. Sono stato numero 13 del mondo per un periodo. Nei primi 10 in doppio. Cerco di migliorare quello che sto facendo. Tutti possono migliorare, ma la gente non sa cosa succede a un tennista. Che ti alzi in una notte dove non riesci a dormire, che hai la febbre, che puoi avere un sacco di cose…”.

I FUTURI OBIETTIVI – Continuando l’intervista ha analizzato il proseguo di stagione, analizzando i futuri tornei che dovrà disputare, cercando di dare sempre il massimo come ha sempre fatto: “Oggi sono di nuovo in top 20 e voglio continuare a lottare. Non si sa se finisco 12 del mondo o 70. Pertanto, durante tutto l’anno proverò a vincere le partite (ride) perché questo è il mio lavoro. Come ho detto, i numeri sono per le persone che guardano lo sport. Essere 34 del mondo e non più 31, di questo non mi preoccupo più da tanto”. Assieme al giornalista ha analizzato la sua stagione dal 2013 ad oggi, dove ha sempre vinto almeno un titolo, soffermandosi più nello specifico nel 2015 dove ha raggiunto due finale importanti ma non ha conquistato alcun trofeo: “È che nel 2015 sono stato fermo a lungo per infortunio. Nel corso degli anni sono migliorato. Rendimento maggiore, più solidità, quest’anno ho fatto semifinale (a Sydney), quarto turno in Australia e ho portato tre punti in Davis e l’unico risultato negativo è stato Buenos Aires, perché ho deciso di andarci all’ultimo minuto. A Rio semifinale, e qui di nuovo nei quarti di finale… i risultati sono costanti. Ci sono meno alti e bassi rispetto a quello che vedono le persone. Al giorno d’oggi tutti giocano bene. Devi sudarti la vittoria anche con un numero 450 del mondo che viene dalle quali. Ma questa è una cosa che la gente non può capire. Ma va bene, so che ogni giorno devo combattere con quello che ho”.

SUPPORTO DELLA FAMIGLIA – In conclusione ha parlato anche della sua famiglia, quella di origine. Papà Fulvio e la sorella Fulvia sono due che seguono molto da vicino Fabio nei tornei ed anche nelle cattive situazioni: “La famiglia è molto importante nella formazione di qualsiasi giocatore. E io, in questo senso, sono molto fortunato. Mio padre viaggia di meno per stare a casa, mia sorella lavora, ma sono molto felice.”

Lino Di Bonito

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