Francisco Roig, uno dei pochi uomini fidati di Rafael Nadal, in un’intervista si è espresso riguardo alle condizioni di Nadal, il rapporto con zio Toni, il cambio di racchetta e tanto altro. Insieme a zio Toni, Roig ha collaborato allo sviluppo e all’ascesa di Rafa durante gli ultimi 10 anni , quelli di maggiore successo nella carriera del tennista maiorchino. A far incontrare Nadal e Francisco è stato proprio zio Toni nel lontano 2005: ” Io allenavo Albert Costa e Toni mi suggerì la possibilità di stare alcune settimane con Rafa. Io dissi di si, la collaborazione iniziò per i tornei sudamericani.. e continua” sottolinea l’ex tennista iberico.
I due allenatori viaggiano a fianco del maiorchino ma in periodi diversi. Roig segue Nadal nei tornei di Abu Dhabi, Doha, Indian Wells, in Canada, a Cincinnati e per gli eventi asiatici. Negli slam invece ad accompagnare il 9 volte vincitore del Roland Garros è solo lo zio Toni. “Toni mi da sempre tutta l’autonomia che desidero. Allo stesso tempo ci sono cose di cui parliamo. Alla fine il nostro obiettivo è sempre lo stesso: cercare di spingere Rafa a giocare più aggressivo. Lui è cosciente di questo, però bisogna farlo con il tempo necessario, per non distruggere le basi di un giocatore”.
Nadal, come tutti avranno notato, nel torneo di Montecarlo ha giocato con un nuovo attrezzo, ovviamente una Babolat. Lo spagnolo aveva annunciato che il cambio è causato dalla ricerca di più potenza ed effetto nei colpi, anche se la decisione non deriva dai cattivi risultati degli ultimi mesi. ” Si tratta di una racchetta che ha le corde più distanti, ciò gli conferisce più effetto, tuttavia la palla sale più rapida, con meno fatica. Non credo che gli darà molto più effetto di prima. In questa vita dobbiamo sempre cercare di migliorare e di evolvere. L’80% dei cambi di racchetta hanno lo scopo di far camminare di più la palla del giocatore, effettuando un minimo sforzo” afferma l’attuale secondo allenatore di Rafael.
La mancanza di fiducia per il 14 volte vincitore Slam, ha influito non poco sulle prestazioni nel cemento americano. Quello visto in campo era un Nadal nervoso nei momenti topici del match, l’ombra del vero Rafa, sempre in pieno controllo della situazione. La tanto amata stagione su terra è ormai giunta e il Nadal visto a Montecarlo è sulla giusta strada per tornare a competere con i migliori.
Ora sui campi in terra rossa ha più tempo e margine di manovra, ciò lo aiuterà a controllare meglio i momenti in cui si sente sopraffatto. Può acquisire quella fiducia che non gli è mai mancata nelle 9 vittorie al Roland Garros. ” Non abbiamo considerato la possibilità di ricevere un aiuto da uno psicologo sportivo, riuscirà da solo a superare questo momento” sottolinea Roig.
Negli ultimi mesi Nadal è sembrato avere diversi problemi quando il clima è umido. A Melbourne, dove si disputa il primo slam stagionale, l’umidità è alle stelle. Il campione spagnolo, nel match contro Smyczek è stato vicino al ritiro, a causa del troppo calore che lo ha portato ad avvertire un principio di disidratazione. “Si, ma non è da ora, è sempre stato così. Mi ricordo che quando vinse l’oro olimpico a Bijing, il primo giorno di allenamento mi disse: “Non posso giocare qui”. C’era un’umidità tremenda, doveva cambiare racchetta ogni 3 minuti. In luoghi umidi soffre un pò più degli altri”.
Fin dai primi anni della carriera del maiorchino ci si è interrogati sulla sua longevità. Il confronto con Federer diventa inevitabile. Senza dubbio il tennis di Nadal è molto più dispendioso di quello del campione svizzero, che certamente non ha patito seri infortuni come lo spagnolo. Per quanti anni Nadal potrà ancora competere al top? In realtà se si considera che il tennista di Manacor ha vinto il primo Slam nel 2005 a 19 anni e l’ultimo nel 2014, non si può parlare di una carriera corta, tutt’altro.
” Sono passati 11 anni, non si può dire che ha una carriera corta, perchè stare dieci anni tra i primi 3-4 del mondo.. Non lo so però scommetto che non ci sono stati più di 5 tennisti nella storia che lo hanno fatto. Ora è un momento un pò complicato, tuttavia credo che tornerà a lottare per i titoli del Grande Slam. Ritengo che come Federer a 33 anni potrà lottare per i vari titoli” conclude lo storico coach del 14 volte vincitore Slam.