Se pensiamo ai giocatori più divertenti del circuito, uno tra i primi nomi che ci verrà in mente, probabilmente insieme a quello del sempre sopra le righe Kyrgios, non potrà che essere quello di Gaël Monfils.
Il francese, infatti, è noto e amato dal pubblico del tennis proprio per il suo particolare modo di giocare che, spesso e volentieri, durante le partite regala ai presenti colpi fuori dagli schemi o ad alto tasso di spettacolarità, di quelli che valgono il prezzo del biglietto insomma. Sono innumerevoli le volte in cui, grazie alle sue incredibili doti fisiche ed atletiche (è lui stesso a definirsi “il più forte del tour fisicamente”), in campo dà spettacolo con colpi impensabili: tweener, salti, colpi giocati in tuffo o no look, smash che sembrano schiacciate dell’NBA, ma anche balletti, siparietti divertenti con l’avversario o esultanze particolari, che lo rendono agli occhi del pubblico uno dei giocatori più simpatici e coinvolgenti da vedere in azione.
Anche se ad onor del vero Monfils è solito affidarsi ad un gioco più solido, canonico e non d’attacco nelle partite più importanti o nei momenti chiave e riservare i colpi più “pazzi” per i punti non fondamentali, il divertimento è senz’altro la caratteristica principale del suo modo di vedere il tennis che, come da lui dichiarato, mira a divertire se stesso e gli altri. Nonostante ciò, il francese, non ci sta ad essere relegato al mero ed unico ruolo di giullare del circuito. Infatti, in una recente intervista alla Diriyah Tennis Cup, torneo di esibizione con cui ha scelto di aprire la sua pre-season, dopo la sconfitta contro Fognini ha dichiarato: “Certo, le persone vogliono sempre vedere la parte divertente di me, ma alla fine, sulla carta, sono il numero dieci del mondo e questo non è facile”.
Nonostante sia ancora lontano dal 2016, annata migliore di Monfils, con il suo primo titolo ATP 500, la semifinale agli US OPEN e il numero 6 in classifica, seguita invece da un 2017 caratterizzato dagli infortuni che lo hanno costretto a saltare molti tornei, le ultime due sono state per il francese delle stagioni in crescendo. Ad inizio 2018, infatti, Monfils era riuscito a conquistare il suo settimo titolo ATP a Doha battendo in finale Rublev, aveva perso poi a Buenos Aires contro Thiem in semifinale, era arrivato per la prima volta agli ottavi di finale a Wimbledon e aveva concluso l’anno perdendo in finale nel torneo di Anversa contro Edmund, riuscendo a risalire solo fino al 29° posto della classifica ATP.
Nel 2019, invece, il francese è riuscito ad essere ancora più costante ed è tornato a battere avversari importanti: ha vinto il suo ottavo torneo ATP a Rotterdam dopo aver battuto tra gli altri Goffin, Medvedev e Wawrinka, è arrivato in semifinale a Sofia, dopo aver battuto Tsitsipas, a Dubai, a Montreal e a Vienna, ha raggiunto i quarti a Indian Wells, ad Estoril, a Zuhai, a Parigi Bercy, ma soprattutto agli Us Open, dove ha dato vita ad una memorabile maratona con Matteo Berrettini. Fino alla fine ha lottato con l’italiano anche per l’ultimo posto disponibile alle Atp Finals ed ha chiuso l’anno al numero 10 della classifica.
Che cosa aspettarci quindi da Gaël per il 2020? È lui stesso a dircelo, fissando gli obiettivi primari per la stagione alle porte: “La prima cosa è quella di giocare tutta la stagione, dato che non l’ho mai fatto. Quest’anno l’ho concluso al decimo posto, ma ho saltato diversi tornei. Vorrei stare bene, continuare a credere in me stesso e divertirmi”. Per il francese, l’obiettivo, per niente facile, sarà dunque quello di riconfermare la stagione passata con la volontà di stare lontano dagli infortuni e di regalare al pubblico magari qualche sorpresa, non solo nei suoi colpi, ma anche nei risultati.