Genio e sregolatezza. Non c’è altro adagio che possa descrivere al meglio Gael Monfils, 31enne parigino ritenuto dai più il tennista più spettacolare e acrobatico del circuito.
L’attuale n.46 del ranking, da sempre considerato un predestinato in grado di stazionare stabilmente tra i migliori cinque giocatori del mondo, ha vissuto una stagione tutt’altro che brillante condita da diversi guai fisici che lo hanno costretto a chiudere anzitempo il suo 2017.
Costantemente indicato da appassionati ed addetti ai lavori come outsider di lusso nei tornei più prestigiosi e attesi della stagione, il transalpino non ha mai centrato un vero e proprio acuto, a dispetto delle straordinarie doti tecniche e fisiche che fanno di lui uno dei giocatori più divertenti e trascinanti del tour. Tante, troppe occasioni sprecate in una carriera che probabilmente non gliene prospetterà molte altre; Monfils ha colto gli unici due risultati di rilievo nel 2008 al Roland Garros, sconfitto in semifinale da Federer in quattro set, e nel 2016 agli Us Open quando fu Djokovic a porre fine alla sua avventura newyorchese nel penultimo atto. Due match surreali che riassumono perfettamente la carriera del parigino: partenza a rilento, quasi inconsistente, sprazzi di tennis raffinato, picchi improvvisi e poi il crollo definitivo.
Con il 2018 alle porte, Gael Monfils è ancora convinto di avere altre chance in ottica Slam rivelando ai microfoni del The Advertiser, noto magazine australiano, di voler puntare con decisione ad un successo di prestigio nella prossima stagione: “Il mio obiettivo non cambia, posso essere ancora in grado di vincere un torneo del Grande Slam. Sono disposto a fare qualsiasi cosa, a maggior ragione se si trattasse del ‘mio’ Roland Garros. Nel 2018 giocherò molti tornei su terra cercando di farmi trovare pronto per Parigi“.
Gael è pronto per scrollarsi finalmente di dosso la scomoda etichetta dell’eterno incompiuto?