Game over a Chengdu: Musetti si arrende in finale a Shang

Ad un passo dalla vittoria del torneo, la strada di Lorenzo Musetti si chiude per via di un’insormontabile muraglia cinese che prende il nome di Juncheng Shang. Di Damiano Battiato

Dopo aver estromesso la sorpresa del torneo Alibec Kachmazov, russo, Musetti si ritrova a dover chiudere i conti in una sfida per nulla scontata contro il giovanissimo padrone di casa Juncheng “Jerry” Shang, affamato del suo primissimo titolo in carriera e di ulteriori posizioni nel ranking alla costante ricerca della prima fascia mondiale, oltre che rendere ancora più orgoglioso il folto pubblico venuto a tifarlo.

Si scambia molto già a partire dal terzo punto, Musetti è più preciso, temporeggiante, Shang ha più iniziativa, spesso controproducente ma buona nelle intenzioni, tant’è vero che sbaglia per questione millimetrica a Musetti battuto, bella partita fino ad ora anche per via di un servizio non troppo incisivo.

Gioca bene Musetti anche a servizio contro, il suo rovescio ad una mano scava a fondo nel campo avversario fino agli angoli più remoti, più avanti però è Shang a pareggiare i conti con le prime di servizio e qualche primo tentennamento dell’italiano.

A una normale amministrazione a servizio sull’1-1 di Musetti, segue un game simile al primo, gli stili di gioco sono ben definiti come prima, inoltre Shang risulta essere più incisivo una volta che si scambia lungo una diagonale, un pizzico a disagio quando si tratta di cambiare gioco, ma i servizi gli permettono spesso di uscire vincitore, è da lì che propone un’idea di gioco più propositiva e offensiva, 2-2.

Le prime due vere occasioni si presentano al cinese che non chiude a suo favore il parziale del set, perché Musetti capitalizza a servizio due volte di fila nei momenti per lui più delicati, uno Shang più disattento che si perde in sottigliezze non da lui poi ci mette una pezza sopra.

 

Musetti riceve da posizione molto arretrata, a volte talmente tanto dietro da ritrovare davanti i suoi piedi la scritta della città sul cemento, sempre frutto dell’impossibilità di guadagnare metri per colpi profondi e insidiosi dell’avversario, più attivo e quasi con i piedi in campo durante uno scambio di impostazione, il 3-3 è agevole per lui.

Scambi emozionanti e fisici non mancano neanche al nono game, a mettere più energia sul secondo è Musetti in uscita dallo scambio diagonale, sul quarto arriva a salvare uno smash di Shang, rinviare una sua palla corta, per poi perdersi sul più bello in un passante ampiamente alla sua portata, preciso in angolo a superare il cinese, ma troppo profondo pure per essere contenuto dal campo, e non basta neanche una prestazione convincente quando il beniamino di casa serve bene, 4-4.

Lo Shang 2.0 si presenta in campo a chiusura del set, le parti sembrano quasi invertirsi, nel senso che ora è Musetti che cerca di uscire il prima possibile dallo scambio compiendo errori di misura, ma è anche molto bravo Shang nel trovare pure nelle situazioni più improbabili il lungolinea vincente di fronte ad un Musetti apparentemente ben posizionato. Musetti invece male anche col lob a scavalcare l’avversario a rete, questi non si fa problemi a schiacciare in una prateria di cemento spiegata di fronte a lui.

Sono tutta una serie di punti che lo portano per la prima volta in vantaggio in un momento cruciale, perché ha persino la possibilità di servire per il set, ma ben più di qualcosa va storto, senza nulla togliere a Musetti, è più per suoi demeriti se vanifica il tutto: prima è Musetti a svirgolare col dritto cedendo una palla lenta, centrale e facile da gestire, Shang opta per la peggiore delle soluzioni poggiandola morbidamente nel campo davanti a lui, di fatto passandola a Musetti che può superarlo con un facile passante; poi è il cinese ancora poco lucido che non manca di replicare nel corso del game errori scolastici.

Bisogna dunque giocare il tie-break, e stavolta è Shang a partire nel migliore dei modi con un passante neanche troppo veloce diagonale quasi ad uscire, ma sufficientemente angolato per cogliere impreparato Musetti accentrato a rete che può solamente toccare palla per spararla fuori. Altalenante il cinese che riconcede sì il minibreak conquistato per una disattenta ribattuta in rete, ma ancora una volta abile e scaltro nel trovare un’accelerazione lungolinea spezzando i ritmi di uno scambio fin lì normalissimo. Se fa bene Musetti a servizio, Shang fa ancora meglio a chiudere, e la vittoria del set 6-7 (4-7) per il cinese è inevitabile.

Comincia dunque il secondo set dopo poco più di un’ora di gioco, lo stile del cinese cambia, più intelligentemente morbido e meno profondo, una volèe che arriva a doppio rimbalzo è sua così come risposte deboli e angolate in risposta a rovesci profondi. In ogni caso, per tutt’e due c’è molto da soffrire, per Shang quando Musetti disegna passanti favolosi che lo lasciano spaesato sotto rete, per Musetti quando l’avversario non pecca a servizio: quest’ultimo è il caso più frequente, quindi 0-1.

Sfugge di mano la situazione così come il rovescio a Musetti, troppo lungo per rimanere in campo e proseguire lo scambio e, a fronte di uno Shang meno meccanico e più spensierato del primo set, deve cedere anche nel suo turno a servizio.

Ispiratissimo Shang, impreciso Musetti, passano pochi secondi e pochi scambi per incrementare un divario determinante, 0-3.

Serve la reazione del campione, bisogna ritrovare la mentalità giusta che ha condotto il gioco paziente di Musetti durante buona parte del primo set, far scambiare Shang, non dargli iniziativa e magari proporre qualche palla corta in grado di costringere l’avversario a rete e successivamente eseguire un passante imprendibile, e le qualità per giocare questi colpi Musetti le ha tutte, deve soltanto dimostrarlo in campo come ha fatto nelle puntate precedenti.

La reazione viene solo in parte, buono il game a servizio e non perfetto quello successivo da parte dell’avversario, ma Musetti non sfrutta l’occasione concretizzando meno. Addirittura, l’imbarcata arriva al game successivo, perché Musetti non sa più come deve giocare di fronte la perfezione dell’avversario, messa in risalto da risposte a servizio in progressione e lungolinea da manuale da un’improbabile posizione arretrata e defilata: a poco serve la disperazione di Musetti che cerca più volte con lo sguardo i suoi allenatori, la cosa diventa anche controproducente e l’1-5 è immediato.

Musetti aveva anche l’opportunità di ricucire almeno in parte lo svantaggio, ancor di più quando si è ritrovato la doppia chance di trovare il controbreak immediato, ma le soluzioni scelte sono quelle sbagliate, fa male in primis una volèe non necessaria che non fa altro che agevolare il punto del cinese quando un diagonale sotto rete scolastico dal lato opposto di campo avrebbe favorito il 2-5; a questo si aggiunge anche l’ottimo servizio avversario che vanifica anche le ultime occasioni di salvezza per l’italiano e, dopo due parità 40-40 raggiunte, 1-6 è il risultato di una conclusione non proprio felicissima.

Da Zhang a Shang è un attimo, poco cambia il cognome così come la sostanza, anche Musetti è fuori dai giochi, ma con un esito che gli vieta di sfoggiare il suo terzo titolo ATP in carriera.

Damiano Battiato

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