“Non arrenderti. Rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo.”
-Proverbio arabo
Nella vita, come nello sport, non bisogna arrendersi, proprio come dice un proverbio arabo: ed è il caso di Gilles Simon, che anche a 34 anni, da compiere a dicembre, continua a stupire, facendo della passione per il tennis il proprio mantra.
Infatti, il francese, ha vinto il secondo titolo stagionale, ieri, a Metz, per la terza volta in carriera, con questo risultato, dunque, gli permette di rientrare tra i primi 30 giocatori del mondo: ecco un viaggio nella vita del veterano delle Alpi.
IL NATALE FRANCESE- Il 27 dicembre 1984, Nizza ha il suo Natale: in una famiglia benestante, padre agente di una compagnia e madre dottoressa, della Costa Azzurra, nasce Gilles Simon, che sin dai primi anni di età, a partire dai 6 anni, mostra una certa attitudine per il tennis, con la Federazione francese che gli punta subito gli occhi addosso.
Gilou cresce nel nome di Michael Chang e l’idolo nazionale Cedric Pioline, con il sogno di vincere prima o poi il Roland Garros.
Vinti vari tornei a livello giovanile, Simon si costruisce una buona carriera sin dai primi anni di professionismo, quando entra a far parte del circuito nel 2002: vince i Futures in casa e a Lisbona, mentre dopo 2 anni ottiene le prime gioie nei Challenger, che gli permettono di ottenere la chiamata per i primi tornei transalpini tramite wild card, proprio a Metz, dove il cerchio si chiude. Nel 2005 ottiene la prima partecipazione al Roland Garros, grazie a buoni risultati ottenuti con i quarti di finale di Casablanca, il terzo turno di Stoccarda e le semifinali al Challenger di Poznan, circuito in cui chiuderà con un attivo di 17-15.
L’ESPLOSIONE: GILOU DALLE ALPI- Nel 2006, 4 anni dopo il debutto, ottiene la prima finale in carriera, a Valencia, contro Nicolas Almagro, in cui la spunta proprio lo spagnolo: è il primo tassello di una modesta carriera.La prima vittoria è dell’anno successivo ed arriva sul cemento di casa di Marsiglia, dove in finale batte il cipriota Marcos Baghdatis per 6-4 7-6, nello stesso anno si aggiudica anche il torneo di Bucarest (terra rossa), battendo in tre set il tennista di casa Victor Hănescu. È lo stesso anno dei quarti di Bastad, Umago e New Haven, ma anche la vittoria romana sul talentuoso Andy Murray: il tennis francese sogna. Infatti, stanno per arrivare due anni meravigliosi per Simon: nel 2008 arriva un tris di successi e la qualificazione al Masters di fine anno. Vince quello di Casablanca in una finale tutta francese contro Julien Benneteau, il torneo di Indianapolis infliggendo al russo Dmitrij Tursunov un doppio 6-4 e poi, bissa il successo rumeno contro un Carlos Moya a fine carriera. L’anno delle Olimpiadi di Pechino coincide anche con la prima finale 1000 a Madrid, ma anche la possibilità di accedere in top10: per la prima volta dal 1986, ci sono ben due francesi. La coppia con Jo-Tsonga funziona: 22 anni prima invece erano al #4 Yannick Noah e al #6 Henri Leconte. Partecipa per la prima volta alla Master Cup di Shanghai, dove ottiene le semifinali, di fine anno dopo la preannunciata mancata partecipazione di Rafael Nadal per problemi ad un ginocchio. Il 2009 invece è quello del best ranking: grazie ai quarti degli Australian Open, è tra i primi 6 del mondo, continuando sull’onda dell’entusiasmo dell’anno precedente. Fa il debutto in Coppa Davis, ottiene le semifinali di Rotterdam e Marsiglia, vincendo Bangkok: poi, ecco i problemi. L’infortunio al ginocchio lo tiene fuori per buona parte del 2010, ma vince comunque Metz, ottenendo il terzo turno a Wimbledon e 3 semifinali 500: la finale con la Serbia, sul 2-2, è la più grande responsabilità. Il quinto match è contro Novak Djokovic, e quella sconfitta peserà, per sempre.
UN TITOLO ALL’ANNO: SIMON SPERANZA FRANCESE- Dopo un anno difficile, Simon torna a vincere, prima a Sydney e poi ad Amburgo: le cocenti sconfitte piano piano vengono dimenticate, ma non è più lo stesso giocatore di prima dopo aver perso la finale per portare la Coppa Davis in Francia. Il terreno tracciato per una ripresa avviene nel 2012, quando ottiene il terzo successo a Bucarest contro Fabio Fognini, cioè il 10° titolo in carriera: ottenute 5 semifinali per risalire in classifica, con tante partecipazioni in tornei minori, perde la finale thailandese, ma le semifinali di Montecarlo e Parigi-Bercy lasciano ben sperare per un suo glorioso ritorno.
Il 2013 è quello della risalita: rientra tra i primi 20, per la quinta volta in 6 anni, grazie al quarto turno ottenuto a Melbourne e Parigi, contro Roger Federer. L’unico trofeo arriva a Metz, con finale persa a Eastbourne, prima del nuovo incubo, che lo fa tornare nel 2014: riesce di nuovo a giungere in una finale 1000 a Shanghai, perdendo, ma ottenendo il quarto turno di New York. La stagione è avara di trofei, ma Simon sembra essere tornato.
METZ; INFORTUNI E…METZ!- Il 22 febbraio 2015 sconfigge in finale a Marsiglia il connazionale Gaël Monfils e conquista il dodicesimo torneo in carriera, diventando il tennista francese più vincente dell’Era Open dopo Yannick Noah (irraggiungibile con i suoi 23 trofei). Nell’anno pre-olimpico, il quarto di finale di Londra è letale per l’anno successivo: diventato storico per i 12 successi in carriera, con la finale persa a Metz, Simon incredibilmente si perde di nuovo. Per due anni veleggia nel nulla, tra tornei minori e i quarti casalinghi di Nizza e Marsiglia: l’exploit dei Next Gen e i problemi fisici lo portano vicino al ritiro, perché le partite vite latitano, fino al sorprendente 2018.
L’ultimo squillo risaliva in Cina due anni fa con una semifinale: a febbraio, nel neonato Pune, Simon batte Cilic, Bautista Agut e Anderson e vince il torneo indiano dopo 3 anni dall’ultimo trofeo. Una gioia per il tennis: un talento che non è riuscito a sfondare finalmente si è ripreso, ed è realtà. L’anno prosegue alla grande: la finale a Lione ridà luce al francese, anche in chiave nazionale, così come il terzo turno di Parigi e il quarto turno di Londra contro Juan Martin Del Potro. Dunque, per concludere il cerchio dove ci sono le tre tappe di Simon, nascita, stop e rinascita, ecco Metz: in un torneo povero di qualità, in cui deve battere solo Richard Gasquet come coetaneo e connazionale, Simon bissa il successo, a 10 anni dall’ultima doppietta, con il terzo trofeo francese. Gilou sei ancora in tempo per il tuo RG?