Grigor Dimitrov: “È speciale giocare in questa epoca tennistica”

Il bulgaro esordirà domani alle Finals contro Dominic Thiem. Per lui è la prima partecipazione alle Finals, un obiettivo a lungo cercato ma spesso solo sfiorato. Grazie ad un rendimento più costante lungo tutta la stagione – pur con qualche alto e basso – e alla vittoria del primo Master 1000 a Cincinnati, Dimitrov è pronto a giocarsela per il titolo di “Maestro”.

“Non posso nascondere la mia felicità nell’essere qui”. Così esordisce Grigor Dimitrov nella conferenza stampa alla vigilia dell’inizio delle Finals: lunedì il bulgaro se la giocherà contro Dominic Thiem, altro esponente della “MiddleGen” che ha subito sul campo tutto il dominio dei FabFour.

È la prima partecipazione per il bulgaro, che in vari momenti della sua carriera si era avvicinato ad un obiettivo che per le sue potenzialità tecniche era considerato ampiamente a portata. L’appuntamento con le Finals è stato rimandato a lungo da Grigor, ma quest’anno è finalmente arrivato, anche grazie ai punti ottenuti con la semifinale in Australia e la vittoria del Master 1000 di Cincinnati, i momenti più alti della sua stagione, centrati proprio sul cemento. “È sempre stato un mio obiettivo giocare le Finals. È un grande premio, sono grato, contento e umile per essere qui. È stata una annata positiva, senza dubbio più costante. Vincere a Cincinnati mi ha spinto a dare il meglio di me. Per tutto l’anno sono stato disciplinato, e alla fine ho raggiunto l’obiettivo”.

Durante l’intervista viene toccato un punto che quando si parla del bulgaro è decisamente ricorrente: il peso di doversela giocare contro una generazione di fenomeni. “Ciò che hanno fatto Federer e Nadal è stato fantastico, si sono divisi i quattro Slam rimettendosi in gioco. Roger non ha giocato molti tornei, ma ha subito solo quattro sconfitte. Rafa ha giocato ogni settimana, ma nonostante questo non ha perso molto. È stato frustrante giocare nella stessa epoca dei FabFour. Anche quando pensi di aver lavorato abbastanza, c’è ancora molto da fare. Ma è senza dubbio speciale giocare in questa epoca.”

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