Grigor Dimitrov ha perduto in due set con l’olandese Botic van de Zandschulp al torneo del Queen’s di Londradopo aver battuto al primo turno Cameron Norrie, testa di serie numero 3 del tabellone. La sua stagione su erba non è iniziata nel migliore dei modi nonostante i campi verdi in passato gli abbiano riservato buone soddisfazioni.
Nel lontano 2008, infatti, il tennista bulgaro aveva vinto il torneo junior a Wimbledon mentre nel 2014, nel circuito dei grandi, sempre nel major inglese aveva ottenuto la semifinale superato soltanto da Novak Djokovic, poi laureatosi campione.
Nello stesso anno Grigor Dimitrov aveva inoltre conquistato proprio il torneo del Queen’s superando Stan Wawrinkain semifinale e Feliciano Lopez in una tiratissima finale. La recente sconfitta conferma la mancanza di continuità del campione bulgaro che non è stato in grado di vincere 3 partite di fila per tutta la stagione. Eccezion fatta per i quarti di finale ottenuti Indian Wells lo scorso marzo e della semifinale raggiunta al Master 1000 di Montercalo ad Aprile.
Il nativo di Haskovo ha alternato ottime prestazione a sconfitte ingiustificabili contro avversari abbordabili per un giocatore del suo livello. I problemi di “Baby Federer” – soprannome ricevuto per la sua somiglianza stilistica con il campione svizzero – non sono però iniziati quest’anno dato che il trend negativo si è manifestato a partire da Marzo 2018, dopo aver raggiunto i quarti di finale agli Australian Open e la finale a Rotterdam proprio contro lo svizzero.
A partire da quel momento, Grigor Dimitrov non è stato capace di arrivare all’atto conclusivo di un torneo ATP e, se si escludela semifinale ottenuta agli US Open del 2019 raggiunta in modo inaspettato, non sono molte le prestazioni di rilievo del bulgaro. Risultati assolutamente non soddisfacenti per un giocatore capace di raggiungere la terza posizione mondiale e vincere le ATP Finals nel 2017.
Le cause della mancanza di risultati importanti così prolungata nel tempo offre spazio a svariate interpretazioni tra le quali una mentalità tennistica non adeguata ad un top 10. Dal punto di vista tecnico, i suoi fondamentali da fondo campo sono solidi ma non capaci di ottenere punti vincenti senza incorrere in molti errori gratuiti.
Le sue doti difensive e la tenuta fisica, con qualche infortunio di troppo nell’ultimo periodo, di certo non lo hanno aiutato. Il servizio è stato indiscutibilmente il tallone d’Achille per il bulgaro che alterna prestazioni convincenti a risultati molto deludenti per un giocatore con il suo stile di gioco. Nella speciale classifica stilata dell’ATP per efficacia al servizio, Dimitrov si posiziona solamente al 39 esimo posto con il 73% di punti vinti con la prima di servizio, 4.7 aces e 3.7 doppi falli in media a partita.
La crisi tennistica di Grigor Dimitrov non è assolutamente irreversibile e la sua carriera non è giunta alla conclusione dato che a 31 anni potrebbe avere ancora a diposizione alcune stagioni per ottenere degli ottimi risultati. I big 3 hanno vinto 20 slams complessivamente oltre la soglia dei 30 anni, una volta considerata come la parte finale della carriera. Dipenderà tutto da lui, se avrà la volontà di lavorare sul suo tennis per tornare ad ottenere risultati in linea con il suo talento e, stando alle dichiarazioni di questa settimana, l’ex top 3 sembra decisamente credere alle sue possibilità di vincere uno slam.
Stefano Franceschi