Gulbis domina a Marsiglia, Cilic vince ancora, Nadal agguanta Rio

I tornei appena conclusi, Marsiglia, Delray Beach e Rio de Janeiro, ci avvicinano alla stagione sul cemento americano, passando questa settimana per Dubai, Acapulco e Sao Paulo. Gulbis e Cilic trovano conferme. Nadal qualche dubbio, ma solleva il suo sessantaduesimo trofeo.

Ernests Gulbis c’è: in quel di Marsiglia batte in finale il tennista di casa Jo-Wilfried Tsonga, dopo aver avuto la meglio su Richard Gasquet in semifinale, conquistando il quinto titolo Atp in carriera.
L’anno scorso, di questi tempi, si era appena ripreso da un periodo durante il quale aveva seriamente pensato al ritiro, dopo la rovinosa sconfitta al primo turno del Challenger di Bergamo contro Przysiezny. La settimana successiva partì dalle qualificazioni la sua avventura a Delray Beach, torneo che poi vinse e che segnò la sua salvezza. Ora, con il trionfo in terra francese, occupa in classifica la posizione n.18, suo attuale best ranking.
Il lettone su cinque finali giocate, cinque ne ha conquistate. Questo dato d’altro canto è indicativo del suo tennis: quando riesce ad esprimersi ad alti livelli, e quindi a raggiungere le fasi finali di un torneo, tendenzialmente nessuno gli è superiore (eccezion fatta per i Top 5, ovviamente, e fermo restando che è stato in grado di battere anche loro). Ecco purché, a Delray Beach (per due volte), a Los Angeles, San Pietroburgo, e infine ora a Marsiglia, Gulbis ha portato a casa il titolo, a coronamento di una settimana di un tennis brillante e ispirato. A proposito di Gulbis quindi, non ha più senso parlare di ripresa, o di forma ritrovata, o di nuovo exploit. Non ha più senso perché è da anni che il giocatore lettone alterna momenti di gloria ad altri di disastri, ed è questa la caratteristica che lo contraddistingue. Così Gulbis può giocare una settimana un torneo perfetto, e quella dopo perdere da un signor nessuno. Ora però si pone come un potenziale protagonista della stagione americana, sul suo amato cemento.

A Rio de Janeiro Nadal ha fatto suo il torneo, collezionando il sessantaduesimo titolo in carriera, il secondo del 2014 dopo Doha. Ha fatto tanto scalpore la semifinale giocata contro Andujar, che ha strappato un set al n.1 del mondo, ma soprattutto l’ha costretto a salvare due match-point nell’infinito tie-break del terzo set. In realtà Nadal di problemi fisici ne ha avuti, mentre dal canto suo Andujar era in un buon periodo di forma (la settimana prima aveva raggiunto la semifinale a Buenos Aires, persa da Fognini), e così si spiega il 6-2 che lo spagnolo “meno nobile” ha inflitto al suo connazionale. E’ dagli Australian Open che Nadal si porta dietro tanti dubbi sulle sue condizioni fisiche: la terra rossa di Rio l’avrà forse aiutato, ma ora, come l’anno scorso al rientro dopo l’infortunio al ginocchio, dovrà fare i conti con il cemento di Indian Wells e Miami.

Infine a Delray Beach ha trionfato ancora una volta Marin Cilic, che continua il periodo di rinascita sotto la guida di Goran Ivanisevic. Dopo il capitombolo sul doping, il tennista croato si è ripreso abbastanza in fretta. Cilic è così: in silenzio cade e si rialza, perde e vince. Così, tornato alle competizioni a Parigi Bercy a fine 2013 (dopo la riduzione della squalifica da 9 a 4 mesi), nel 2014 si sta prendendo le sue rivincite: raggiungendo tre finali consecutive, ha portato a casa il torneo casalingo di Zagabria, ha raggiunto la finale nell’Atp 500 di Rotterdam (persa da Berdych) e questa settimana ha portato a casa anche Delray Beach.

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