LE ORIGINI. Auguri a Taylor Harry Fritz. Oggi, il giovane tennista americano, compie diciannove anni. Taylor è nato il 28/10/1997 a Rancho Santa Fe. Un sobborgo residenziale nei pressi di San Diego, in California. Figlio d’arte e, come tale, con il destino già scritto. Il bis-nonno materno emigrò intorno al 1880, dalla Germania verso gli Stati Uniti. Dove lavorò come minatore. David May II, invece, il nonno fondò una catena di supermercati la May Department Stores Co.. Alla sua morte, avvenuta per arresto cardiaco nel 1992, mentre si trovava in attesa una delle numerose sorelle (naturali, oltre quelle adottive) della madre di Taylor che si stava allenando al Bel Air Tennis Country Club, gli store disseminati per tutto il paese erano 324 suddivisi in 31 stati per un valore di 11 bilioni di dollari! Valore risultante dalla vendita degli stessi.
La madre, Kathy May, come le altre sei sorelle, iniziò a giocare nel campo di casa della villa in California. Lei, tuttavia, ha fatto meglio delle altre. Kathy May è stata, infatti, numero otto del mondo, quando sui campi di tutto il mondo si sfidavano Steffi Graff e Chris Evert. Una giocatrice votata all’attacco e dotata di un diritto non indifferente che oltre ad aver vinto qualche torneo raggiunse i quarti a Wimbledon ma, che non ha mai spinto più di tanto il figlio. Anche il papà, Guy Fritz, è arrivato a giocare da professionista. Ma, con meno successo della moglie. In carriera, conclusa nel 1981, Guy è arrivato al numero 301 della classifica ATP. Il papà di Taylor ha preferito dedicarsi alla carriera di coach. Ovviamente, in partnership con la moglie, è stato il primo coach di Taylor. Ma, Guy, ha anche allenato tenniste del calibro di Coco Vandeweghe.
THE CHOOSEN ONE. Taylor, ovviamente, è cresciuto o, meglio, è nato con la racchetta in mano. Eppure, prima di giocare a tennis a livello professionistico ha praticato parecchie altre discipline, anche a buon livello. Dall’alto dei suoi 193 cm. ha giocato a basket, football americano ed ha fatto vela. “Fin dall’età di dieci anni ho, sempre, praticato un sacco di sport.” dice Taylor. “Se non avessi scelto il tennis sarei diventato un giocatore di football americano” . Taylor ha, sempre, mantenuto, comunque, la testa sulle spalle. Ha continuato regolarmente a frequentare il college fino all’età di sedici anni, dando sempre parecchia importanza al valore dell’istruzione. Qualunque cose avesse scelto di fare da grande. “Penso di aver avuto la vita molto più equilibrata di altri giovani giocatori del tour. Mi dedicavo ai tornei solo nel weekend.”
GENERAZIONE DI FENOMENI. La generazione di Taylor rappresenta la prima vera ondata di talenti, per il tennis americano, dall’epoca di Sampras, Andre Agassi, Michael Chang and Jim Courier. “Non solo siamo un gruppetto di giovani di qualità ma siamo anche amici stretti. Siamo cresciuti insieme, ci vogilamo bene, ci stimiamo… Tommy Paul, Jared Donaldson, Mivhael Reily, Noah Rubin, Frances Tifaoe….” Dice Taylor. Eppure Taylor dice di non avvertire il peso delle aspettative. “Mi rendo conto che siamo importanti per il tennis americano e che molti puntano su di noi per un suo rilancio. Ma, io, cerco di giocare solo per me stesso”!
US OPEN JUNIORES Fritz inizia il 2015 come numero 1149 del mondo. Ben presto entra in top 1000, al numero 912. Chiuderà il 2015 da numero 177 del mondo! Gioca il Roland Garros juniores e arriva in finale. Dove trova, però, un più determinato e abituato a giocare tornei, Tommy Paul che metterà il proprio sigillo sul torneo parigino. Ma la rivincita non tarda ad arrivare. A settembre 2015 Fritz vince il titolo agli Us Open juniores proprio contro Tommy Paul. “Credo senza dubbio che vincere un torneo così importante nell’ultima occasione utile sia davvero il miglior finale possibile alla mia carriera da Junior. Certamente ci sono ancora tre tornei Grade A da qui alla fine della stagione, e sarebbe brutto non riuscire a terminare il 2015 da N.1, però penso sia giusto che mi dedichi alla transizione verso il circuito professionistico, conscio di questo splendido risultato acquisito e della strada che ho davanti da percorrere.” Dichiarò Fritz in quella occasione.
I PRIMI SUCCESSI DA PRO. Come tutti i suoi coetanei, Fritz, percorre la strada che parte dai futures per arrivare ai challenger. Quindi al circuito ATP ed, infine, agli Slam. Tuttavia, a differenza degli altri suoi coetanei, Taylor ha vinto il suo 2° challenger, già, prima dei 18 anni. Il primo, appena un mese dopo avere conquistato gli Us Open juniores arriva a soli 17 anni battendo Jared Donaldson nella finale del challenger di Sacramento. La prima finale di un challenger che vedeva in campo solo teenager da quando, nel 2007, Mischa Zverev beat Lukas Lacko a Istanbul. Il secondo titolo lo vince qualche giorno dopo a Fairfield. Un’impresa questa riuscita solo ad altri nove giocatori. Tra cui gente come Nadal, Djokovic, Juan Martin del Potro e Tomas Berdych per intenderci… Tutto questo giocando molti meno tornei dei suoi coetanei. Con il terzo titolo conquistato al challenger di Happy Valley, nel gennaio 2016, Fritz, ha stabilito il record di tre titoli avendo giocato solo otto tornei! Con una striscia vincente di 17 incontri. Cambiano i suoi obiettivi. Entra nella top-ten juniores.
UNA SFIDA NELLA SFIDA. “Ti sorprendi, ti esalti, ti compiaci. Certe reazioni non puoi copiarle, non puoi impararle o insegnarle, o ce le hai o non ce l’hai. Conosco tanti che si allenano moltissimo, ma poi una volta in partita non riescono a esprimersi al loro livello. Invece, io, nei momenti più delicati, non sono nervoso, sono eccitato, mi piace. Io gioco, proprio, per trovarmi in quelle situazioni. Durante il match, bisogna modificare continuamente angoli ed effetti, cercare di capire che cosa pensa l’avversario di là del net, ricordare cos’hai fatto in una particolare situazione come sul break point o sul vantaggio precedente, e cos’ha risposto lui, verificare se risponde meglio di qua o di là. E tutto questo con la inevitabile pressione del punteggio, del match. È una sfida nella sfida che mi appassiona sempre più.”
LA SVOLTA. Fritz gioca anche le qualificazioni per il main draw . Contro il nostro Luca Vanni. Finirà senza se e senza ma: 6/3 – 6/3 per il nostro connazionale.”Ho perso in 60 minuti esatti con Luca Vanni nel mio primo match di qualificazioni in uno Slam. E sono rimasto tre volte tanto negli spogliatoi a chiedermi: «Che combini? Come hai giocato? Eri stanco già dopo due colpi, eri nervoso: hai lavorato tanto per arrivare qui e ora rovini tutto così?».Quella sconfitta mi ha spinto a darci dentro ancora di più. Proprio un anno fa ho cominciato ad amare il lavoro duro, in allenamento e in palestra. E quando dico duro, dico che alla fine sei così stanco che pensi di abbandonare il tennis, ma poi il giorno dopo sei di nuovo lì a soffrire, per migliorarti. E anche il giorno successivo e quello dopo. La filosofia del lavoro mi può portare molto avanti, dove non so, ma sicuramente mi farà progredire.”
LA PRIMA VITTORIA ATP – Riceve una wild card per il suo primo torneo ATP: l’Aegon Open di Nottingham, dove esordisce da professionista. E riesce a superare il primo turno battendo Pablo Carreno Busta. Taylor poi verrà sconfitto al secondo turno da Feliciano Lopez. Ma la vittoria sui Carreno Busta gli procura l’ingresso numero 155 del ranking.
HAPPY VALLEY. Il 2016 inizia con al vittoria al Challenger di Happy Valley at Adelaide, Australia. Il terzo titolo ATP Challenger per Fritz in poco tempo. E questo gli procura non poca fiducia. Taylor, infatti, centra il main draw degli Australian Open divenendo il giocatore più giovane del tabellone. Nelle qualificazioni, elimina Michel Berrer e Mischa Zverev. Sfiorando, poi, l’impresa al primo turno contro il connazionale Jack Sock che dovrà sudare fino al quinto set per sbarazzarsi del suo più giovane collega. 4-6 6-3 6-0 3-6 4-6 il risultato finale.
MENPHIS. A febbraio Taylor, raggiunge la sua prima finale di un torneo ATP: il 250 di Memphis. Dove darà filo da torcere al numero sette del mondo, il giapponese, Key Nishikory. Arrendosi 6-4 6-4. Risultato che gli ha permesso di sfiorare l’ingresso in top-100, raggiungendo la posizione 102 del mondo E, sopratutto, di diventare il più giovane tennista americano a centrare una finale ATP dai tempi di Michael CHang. (Ndr. correva l’anno 1989). “Non è facile tirare un vincente a Fritz, sopratutto su una superfice non troppo veloce. Ho dovuto sudare parecchio.” Dichiarò Nishikory dopo la finale. Neanche il tempo di assaporare il risultato raggiunto che Fritz vola a Del Ray Beach. Quindi, qualche settimana dopo raggiunge anche, i quarti di finale ad Acapulco dove strappa un set a Sam Querrey (6/2 4/6 4/6). A Miami dopo avere fatto fuori Kuznetsov, ed il nostro Bolelli si arrende 6/7 1/6 a David Ferrer. Due sconfitte contro un redivivo Stephanek a Roma e Madrid.
IL MATRIMONIO. Il 7 luglio approfittando della breve pausa estiva, ha sposato, con un matrimonio “very social”, in una resort di lusso vicino la sua città natale, la sua fidanzata storica Raquel Pedraza. Di un anno più giovane di lui. Ed anche lei tennista. Al momento, numero 148 del ranking ITF juniores nel quale è stata, anche, numero 72.
La proposta di matrimonio era stata fatta da Fritz in cima alla Tour Eiffel. In occasione della sua partecipazione, a maggio di questo anno, al Roland Garros. “Lo so che abbiamo solo 18 anni. Ma siamo più maturi dei nostri anni. Come posso paragonarmi ad un mio coetaneo che continua a studiare, pensare a cosa fare il sabato sera e come passare il tempo. Viaggiando molto per lavoro si fanno molte esperienze e si matura molto in fretta”. Vedendo gli effetti del matrimonio su Djokovic, Murray, possiamo ben sperare per il giovare Fritz. Aiutandolo a trovare quella stabilità affettiva necessaria per realizzare grandi obiettivi. Già perchè lui è il prescelto. Non può soltanto vincere qualche torneo. Lui è l’erede di Sampras. L’era di Federer sta volgendo al termine. Ed è lui che deve riportare l’ordine nel mondo del tennis. Dominandolo, a lungo, ed elevandolo ad una qualità superiore.
MODELLO PER VOGUE. Questo mese, in occasione del suo compleanno, la rivista “Vogue uomo” gli ha dedicato un servizio all’interno della rubrica “the charmers”. Taylor, come un moderno James Dean, ha posato per Alexander McQueen, Salvatore Ferragamo e Brioni. Composto, pulito, ordinato in un mondo di barbe e barbette. Comunque andranno le cose, Taylor, potrà comunque sfondare nel mondo della moda! “Sono felice di avere preso parte al numero di ottobre di Vogue uomo”, ha twittato l’americano sul suo profilo.
SAMPRAS. Dai redattori di Vogue, Fritz, viene accostato all’ex numero uno del mondo, Pete Sampras, anche, per l’aspetto fisico. “È un gran bel complimento”, dice Fritz. “Al di là di quanto ha vinto, ho sempre ammirato lo stile e il comportamento dentro e fuori del campo da campione, così, grande e californiano come me. L’ho visto spesso e l’ho preso ad esempio. Per me è il miglior tennista americano di tutti tempi. Mi piace anche Agassi ma, preferisco l’aggressività di Pete. D’altro canto, proprio, l’ex numero uno del mondo Pete Sampras non ha lesinato parole di elogio per la giovane promessa: “Ha un grande futuro davanti a sé, colpisce la palla in maniera incredibile e il suo diritto è fantastico. Inoltre ha il giusto atteggiamento in campo, ha voglia di imparare ed ascoltare”.
RAONIC E DELPO.” I miei tennisti preferiti sono al momento Milos Raonic Juan Martin Del Potro. Adoro il suo gioco 1-2. Anch’io come loro, mi baso su due colpi e cerco la soluzione di forza, seguendo il mio tennis aggressivo. Sono alto 1,93 (per 84 kg ndr) e non mi muovo agilmente come altri tennisti più piccoli. Quindi, come loro, devo chiudere presto i punti. Del Potro da quando è rientrato dopo i problemi al polso sta facendo davvero bene.
FEDERER. Ma è Roger l’idolo di Fritz “Credo Roger Federer sia il più forte tennista di sempre.” I due si sono affrontati, quest’anno, per la prima volta al terzo turno del torneo di Stoccarda. 6-4 5-7 6-4 il punteggio in favore dello svizzero. “Roger è straordinario! Come lui, anch’io adoro l’erba: è la mia superficie preferita.” Sorteggio poco fortunato, tuttavia, quest’anno a Wimbledon per Taylor. L’americano ha dovuto affrontare lo svizzero Stan Wawrinka al primo turno. Partita serratissima, vinta dalla maggiore esperienza di Stan al quarto set: 6-7 1-6 7-6 4-6. Il 29 agosto 2016, Taylor Harry Fritz, raggiunge quello che al momento è il suo best ranking. L’americano balza al numero 53 del mondo
Del resto non sarà stata facile, anche, incontrare Jack Sock al primo turno degli Us open di quest’anno. Questa volta Taylor si è arreso solo al quinto set, contro il connazionale: 6-7 5-7 6-3 6-1 4-6
DIVERTITI. Il peso delle aspettative deve essere molto gravoso per il giovane americano: “Divertiti! Non pensare alle aspettative ed alle pressioni. Pensa a quanto è bello ed a quanto ti piace ciò che fai”. E’ questo il mantra di Fritz. “Per motivarmi nel modo giusto, mi dico spesso: «Gioca solo per te stesso, migliora per te stesso, l’unico che ti può abbattere e mettere pressione sei tu, non mirare troppo lontano con le aspettative, vai passo passo». In fondo, compio 19 anni solo tra qualche giorno.” Dichiarava, Taylor, qualche giorno fa.
E come un diciannovenne Taylor ama stare con gli amici nel tempo libero, “sto tanto con gli amici di sempre, ci sfidiamo a video games, soprattuttto Fifa, sono un grande tifoso del Manchester United. Io, poi, sono di San Diego e, quindi, amo tanto la spiaggia: star lì, semplicemente, o anche andare a vela, che è stato il primo sport nel quale vincevo. Le onde, il mare, quei rumori sono le cose che mi mancano di più di casa.”
TOP-20? Attualmente Fritz è affidato alle cure della USTA e del coach David Nainkin. Il papà, Guy Fritz, come del resto avevano fatto i genitori di un altro predestinato, tale Roger Federer, ha preferito godere degli aiuti della propria federazione di appartenenza. Ma, non prima di regalargli perle di saggezza di inestimabile valore. “Quando in campo sbaglio una palla so, subito, perché: papà mi ha trapanato la testa milioni di volte, sin da ragazzino. Lui e mamma mi hanno aiutato tantissimo in tutte le mie decisioni perché, già, ci erano passati.” A Shangay, Taylor, ha eliminato Andreas Seppi (7-6 7-6), John Millman e Stephan Robert prima di arrendersi Roberto Bautista Augut. Ora, pere Taylor che, ovviamente, non gioca il master di fine anno, il prossimo obiettivo importante sarà quello australiano Dopo avere rotto il muro dei 100, per Taylor, al momento numero 73 del mondo, si tratta di entrare quanto prima in top-20
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Taylor diventerà sicuramente un campione, ma il vero prescelto si chiama Sascha Zverev.