I fratelli Bryan e l’elisir di lunga vita

Mike e Bob Bryan fanno parte di quella categoria tutta singolare dei fratelli vincenti del mondo dello sport, come i Bergamasco nel rugby, i Molinari nel golf e soprattutto le sorelle Williams, loro colleghe.

Mike e Bob sono di più di due semplici fratelli, giocano insieme, vincono insieme, uno destrorso, l’altro mancino si completano a vicenda come se fossero complementari tra loro, in quell’unico legame che solo i gemelli hanno.

CENTODICIOTTO TITOLI, 16 SLAM A Miami la scorsa settimana hanno vinto il loro centodiciottesimo titolo insieme, tra cui trentanove Masters 1000 e sedici titoli Slam. E’ il primo titolo conquistato dopo il brutto infortunio all’anca di Bob che ha visto Mike “ballare da solo” (e vincere) senza il “simbiotico” fratello che dal canto suo sembrava dover appendere la racchetta al chiodo. Un’assenza che nonostante i successi (accanto a Jack Sock), Mike ha sofferto particolarmente “è stato come scendere in campo senza una parte di me”, disse qualche tempo fa.

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LA CRISI E LA RINASCITA – Prima ancora era stato Mike a frenare i successi della coppia dopo che il divorzio non semplice dalla moglie lo aveva reso nervoso fino a mettere in crisi l’alchimia con il gemello. L’assenza dei fratelli Bryan è durata tre lunghissimi Slam, lunghissimi perché la loro presenza nel circuito ha un peso specifico rilevante, nonostante siano interpreti della specialità meno seguita nel tennis i due americani sono riusciti a ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel cuore degli appassionati.

RITIRO LONTANO? Se qualche mese fa il ritiro sembrava ad un passo, considerando anche che Mike e Bob tra poche settimane compiranno 41 anni, il successo di Miami allontana lo spettro di un addio imminente e noi siamo contenti di vederli “in giro” ancora per un po’.

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