La prima finale della giornata ha posto di fronte per la terza volta Laslo Djere e Alexander Zverev, quest’ultimo vincitore nei due precedenti. Il serbo, numero 57 del ranking e specialista della terra battuta, ha disputato la quinta finale in carriera nel circuito maggiore, la seconda in un ATP 500; per l’ex numero due del mondo invece è stata la prima dal Masters 1000 di Madrid dello scorso anno, precedente al tragico infortunio risalente al Roland Garros.
All’inizio del primo set, il match è stato brevemente interrotto poiché, nonostante la copertura del Centrale, la pioggia abbondante ha raggiunto l’interno della struttura. Entrambi non hanno riscontrato difficoltà nei propri turni di battuta, con l’equilibrio che si è protratto fino al 4-4. Nel prolungato nono game, infatti, il tedesco ha annullato quattro palle break, vincendo successivamente il game in risposta sul 6-5 in suo favore e convertendo il secondo set point con un lob perfetto di rovescio.
Nel secondo parziale, Zverev si è dimostrato atleticamente impeccabile e solido da fondocampo, ottenendo la maggior parte degli scambi più estesi. Avanti 4-2 in virtù di un break guadagnato nel quarto game, l’ex finalista Slam ha ceduto il servizio per la prima volta, ma Djere a seguito di un gran game in risposta non è riuscito a recuperare lo svantaggio. L’ulteriore break subito dal serbo ha condotto verso il trionfo il nativo di Amburgo, travolto dalla commozione a fine partita, terminata con il punteggio di 7-5 6-3 in un’ora e cinquanta minuti.
Con questo successo, senza aver perso un set, Zverev è diventato il secondo tennista tedesco a sollevare il trofeo di Amburgo, dopo Michael Stich nel 1993. Si tratta del ventesimo titolo per lui, a più di un anno e mezzo di distanza dalle Finals di Torino nel 2021, e del quinto ATP 500. Ma il dato più significativo riguarda proprio il torneo di fine anno tra i migliori otto della Race, poiché in questo momento è posizionato al decimo posto e può dunque ambire alla qualificazione.
Nel torneo croato di Umago, l’ultimo atto ha visto prevalere Alexei Popyrin contro Stan Wawrinka, in due ore e trentasei minuti, 6-7 6-3 6-4. Il ventitreenne australiano ha conseguito il suo secondo titolo nel circuito maggiore, approdando alla posizione numero 57 del ranking (33 posti guadagnati), dopo essere rimasto in campo per più di otto ore a partire dai quarti di finale e aver probabilmente patito dei crampi alla gamba destra a metà del terzo set della sfida conclusiva.
È sfumata invece per lo svizzero classe 1985 la gloria finale che ormai manca da sei anni, che era intenzionato a riprovare nel luogo in cui aveva celebrato nel 2006 la sua prima affermazione in una competizione ATP. La commozione durante la premiazione ha rappresentato la certificazione del suo amore sconfinato per questo sport e la voglia di continuare a competere nonostante l’età e i numerosi infortuni.
Secondo titolo dell’anno per Taylor Fritz, che faticando in tre set ha aggiunto al suo palmarès l’ATP 250 di Atlanta, battendo Aleksandar Vukic 7-5 6-7 6-4 in due ore e dodici minuti. Lo statunitense così si è confermato numero nove della Race per Torino e ha ritrovato la fiducia necessaria dopo gli ultimi mesi tutt’altro che soddisfacenti. Si è rivelato sorprendente l’approdo in finale dell’australiano, che aveva totalizzato fin qui solo tre vittorie nel 2023 nel circuito maggiore, ma che è riuscito nel corso della settimana ad estromettere avversari come Eubanks, Nishioka e Humbert.