Il circuito Atp si rifà il look: lo shot clock sbarca anche nei Masters 1000

Dopo il buon consenso riscosso in estate nella tournée americana, dal 2019 lo shot clock arriverà anche nei Masters 1000.

Si respira aria di cambiamento nel circuito Atp. Dopo aver apportato un ritocco grafico al logo, l’associazione che riunisce i giocatori professionisti di tutto il mondo è pronta a scardinare i meccanismi più arrugginiti del sistema tennis, in particolare sul piano regolamentare.

Appurato il buon successo riscosso durante la tournée americana, i vertici Atp hanno decretato che a partire dal 2019 lo shot clock sarà implementato negli eventi più importanti. Si tratta di una misura, peraltro già sperimentata nel corso dei tornei estivi pre Us Open, in base alla quale i tennisti dovranno farsi bastare 25 secondi tra uno scambio e l’altro, onde evitare di incappare in scomode sanzioni. Dopo l’esordio Major del 2018 in occasione del torneo newyorchese, anche i Masters 1000 avranno lo shot clock, su tutti i campi e qualificazioni comprese. Il treno delle novità coinvolgerà anche il doppio, disciplina spesso snobbata dai migliori giocatori e considerata ormai di nicchia. I doppisti hanno così ottenuto concessioni importanti per poter divulgare la variante del tennis in coppia, a partire dal campo di partecipazione ai tornei. Dalla prossima stagione, infatti, gli ex Atp Super 9 allargheranno il numero di team partecipanti dagli usuali 24 a 32, come già visto nelle ultime stagioni a Indian Wells e Miami, con tre wild card concesse rispetto alle due del passato. Uno sforzo considerevole volto a incentivare i top player a disputare il torneo di doppio anche nei Masters 1000 e non solo in coincidenza di eventi straordinari.

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