In seguito alle intense settimane di Wimbledon, il circuito ATP non si è fermato. Attendendo la parte di stagione da disputare sul cemento americano, questa settimana si sono svolti tre tornei appartenenti alla categoria 250: due sulla terra battuta, a Bastad in Svezia e a Gstaad in Svizzera, e uno sull’erba a Newport.
Per quanto riguarda il torneo scandinavo, si è verificata la miglior combinazione possibile per l’ultimo atto, che ha posto di fronte le prime due teste di serie del tabellone: Casper Ruud e Andrey Rublev. In un match in partenza equilibrato tra top10, dopo aver conquistato il tiebreak del primo parziale con il punteggio di 7-3, il russo ha dominato nel set successivo, senza lasciare un game al norvegese e assicurandosi il quattordicesimo titolo in carriera in un’ora e mezza.
Questo successo permette al russo di guadagnarsi la quarta posizione nella Race per Torino, superando sia Tsitsipas sia Sinner. Si tratta del secondo trofeo sollevato nel 2023, dopo la vittoria a Montecarlo, e del quinto complessivo sulla terra battuta, prevalendo anche contro altri avversari ostici come Zverev e Cerundolo. La quinta sconfitta in sette precedenti contro Rublev rappresenta sicuramente una grande delusione per il finalista del Roland Garros, che su questi campi aveva trionfato nel 2021 e la cui ultima finale persa in un ATP 250 sulla sua superficie prediletta risaliva a tre anni fa.
A Gstaad, invece, ha avuto luogo la prima gioia nel circuito maggiore per Pedro Cachin, ventottenne argentino che ha superato in due ore e venticinque l’esperto Albert Ramos-Vinolas, con il punteggio di 3-6 6-0 7-5. Lo spagnolo, nonostante abbia accusato un problema al piede sinistro, ha recuperato nel terzo set un break di svantaggio ma ciò non è bastato per evitare la sconfitta nella prima finale stagionale. Cachin è il quinto tennista ad ottenere il suo primo trionfo ATP quest’anno e, grazie a quarantuno posizioni guadagnate, entrerà tra i migliori 50 del ranking.
Con un netto 6-2 6-4 Adrian Mannarino ha posto fine alla settimana da sogno di Alex Michelsen, il classe 2004 statunitense che a Newport ha raggiunto la finale, riuscendo ad eliminare tennisti del calibro di Cressy, Duckworth, McDonald e Isner. Reduce dalla vittoria nel Challenger di Chicago, la seconda partecipazione del californiano ad un tabellone principale ATP (debutto avvenuto a Maiorca lo scorso mese) gli ha consentito di salire alla posizione numero centoquaranta in classifica e di ottenere notorietà, inserendosi nel già ben assortito movimento tennistico degli Stati Uniti. Il trentacinquenne francese ha conseguito il suo terzo titolo in carriera e secondo sull’erba, che comporta il ritorno dopo cinque anni in top30.