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Il gregario Delbonis

Federico Delbonis, confidenzialmente noto come Delbo, ha ricoperto un ruolo piuttosto importante nella conquista della prima storica Coppa Davis per l’albiceleste. Ha iniziato a muovere i primi passi nel circuito nel 2007, ma una costante presenza nelle posizioni più alte della classifica, è questione più recente. La grande determinazione, unita al fattore temporale (si tratta di un classe ’90), potrebbero spingerlo a risultati più importanti, nonostante non sia esattamente un talento puro.

I NUMERI DELLA CARRIERA – Delbonis ricopre attualmente la quarantunesima posizione della classifica mondiale e vanta come suo best ranking la numero 33, raggiunta a maggio di quest’anno. In carriera si è aggiudicato due titoli del circuito ATP, entrambi su terra: il primo nel 2014, a San Paolo, sconfiggendo in finale il nostro Paolo Lorenzi; il secondo, invece, proprio quest’anno a Marrakech. Come miglior risultato negli Slam, vanta un terzo turno all’Australian Open, risalente sempre alla stagione appena conclusasi. Ed è frutto di una buona prima parte di stagione l’aver raggiunto a maggio il suo best ranking.

CARATTERISTICHE TECNICHE – L’argentino è dotato di un fisico non estremamente potente, nonostante gli oltre 190 cm e un peso di quasi 90 kg. A dispetto dell’altezza, si muove piuttosto bene in campo, tanto in laterale quanto in avanti. Si tratta comunque di un giocatore abbastanza costruito, con un talento di base limitato. La sua arma preferita, nonché migliore, è il dritto mancino, dall’apertura ampia, efficace quindi soprattutto su terra. Il rovescio bimane è un colpo discreto, non particolarmente veloce, che però Delbonis padroneggia sia in top che in back. Il gioco di rete non rientra tra le sue principali peculiarità tattiche ed utilizza il servizio per aprire molto il campo. L’impegno e la determinazione sopperiscono ai deficit tecnici.

IL SUO RUOLO IN DAVIS – Quando ormai per gli argentini sembrava tutto perduto, Juan Martin Del Potro ha dimostrato tutta la sua umiltà, mettendosi a remare e lottando fino all’insperato successo finale. Palito è indubbiamente il protagonista della squadra di Orsanic, ma l’apporto di Delbonis è stato decisivo. Ciò non solo in finale, dove ha agevolmente sconfitto Karlovic in tre set nel match decisivo, ma anche, tanto per citare un episodio, nei quarti di finale contro l’Italia in cui si è sbarazzato di Seppi. E anche Cilic, nel match d’apertura della recente finale, ha dovuto sudare parecchio, rimontando due parziali di svantaggio. Un giocatore, quindi, che non farà brillare gli occhi, ma uno di quei “gregari” che fanno sempre bene all’interno di un gruppo.

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Luca Sassone

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