Questo 2017 ha visto tornare, a sorpresa, a dominare il tennis mondiale due dei più grandi interpreti di questa disciplina, lo svizzero Roger Federer e lo spagnolo Rafael Nadal. I due hanno ritrovato un tennis fantastico e si sono spartiti equamente le quattro prove del Grande Slam: Australian Open e Wimbledon per l’elvetico, Roland Garros e Us Open per il maiorchino. Nadal, poi, è riuscito anche a riconquistare la prima posizione della classifica mondiale, persa nel lontano 2014 a favore di Novak Djokovic; una vera e propria rinascita.
In molti, di fronte a questa fantastica cavalcata, si sono sbilanciati, definendo il Nadal del 2017 “il miglior Nadal di sempre”. Ad un esame più accurato, però, risulta evidente che la stagione che si sta avviando alla conclusione sia un vero e proprio unicum nella storia recente del tennis e che, di conseguenza, è molto difficile paragonarla ad altre annate. Per cominciare, il 2017 è stato l’anno dei primi seri guai fisici per tanti campionissimi, tra questi è impossibile non citare tra vincitori di Slam come Novak Djokovic, Andy Murray e Stan Wawrinka; la concorrenza per Nadal (ma anche per Federer), quindi, non è stata così agguerrita come negli ultimi anni e, nonostante i primi segnali importanti e ben auguranti delle giovani promesse della Next Gen, i due veterani sono riusciti ad assicurarsi con relativa facilità quei tornei, come gli Slam, in cui l’esperienza rappresenta una componente fondamentale. Il fatto che la migliore stagione della carriera di un giovanissimo come Sascha Zverev non sia concisa con la vittoria di uno Slam la dice lunga sulla differenza di spessore tecnico e tattico che ancora sussiste tra i due fenomeni e tutto il resto del circuito.
Inoltre il gioco di Rafa, nonostante i picchi raggiunti sulla amata terra battuta e sul cemento di quest’ultima parte di stagione, non è più così esplosivo e penetrante come quello di un tempo, anche se, è doveroso sottolinearlo, il netto miglioramento al servizio dello spagnolo potrebbe agevolarlo nella gestione del suo tennis, solitamente estremamente logorante dal punto di vista fisico.
Se proprio si dovesse scegliere la stagione migliore di Nadal, probabilmente la scelta ricadrebbe su quella del 2010 o su quella del 2013. Nel 2010 lo spagnolo vinse ben tre prove dello Slam e due Master 1000, nel 2013, invece, trionfò in due Major su quattro e conquistò ben cinque Master 1000. Di fronte a due annate così ricche di vittorie è dura stabilire quale sia stata effettivamente la migliore, ma, in ogni caso, si può affermare, senza paura di essere smentiti, che il livello di gioco e la solidità raggiunti da Nadal in quelle due annate siano abbastanza distanti da quelli espressi quest’anno. Pur emozionando, infatti, Nadal non è sembrato il cannibale di un tempo, è arrivata qualche sconfitta di troppo e il ginocchio ha cominciato a scricchiolare di nuovo.
Non c’è dubbio che la stagione 2017 sia stata speciale per Nadal e per i suoi tifosi, ma, con ogni probabilità, non rappresenta l’apice di una carriera straordinaria quale è quella dello spagnolo.