Sono appena terminati gli Internazionali BNL d’Italia, di scena a Roma, nella splendida cornice del Foro Italico. Di sorprese ce ne sono state, con l’eliminazione di Federer all’esordio e con la sconfitta di Nadal in finale con Djokovic che ha conquistato il suo 3′ torneo italiano. Andiamo ad analizzare le prestazioni degli otto che sono arrivati più avanti in tabellone.
Novak Djokovic: Voto 8
Rafael Nadal: Voto 7
Quando si arriva alla seconda settimana di Maggio, con gli Internazionali d’Italia alle porte, al Foro Italico verrebbe quasi naturale di stendergli davanti il consueto tappeto rosso, come se niente e nessuno fosse obiettivamente in grado di separarlo dalla vittoria finale. Un po’ a sorpresa, anche se il signore sul gradino alto del podio si chiama Novak Djokovic, quest’anno il trofeo non è andato sulla bacheca del maiorchino. Bravo Nole, questo di sicuro, ma quanti errori, soprattutto in finale. A dire la verità ha rischiato qualcosa anche contro un ottimo Murray in semi, ma lasciamo che per lui parli il Roland Garros, altro feudo spagnolo.
Milos Raonic: Voto 7,5
Cosa vuoi dirgli, al ragazzone di Podgorica? Da servizio e basta, grazie a Ljubicic o a chi per lui, Milos è diventato un tennista decisamente più completo, capace di portare dritto e gioco di volo tra le sue armi segrete, lasciando il lavoro futuro incentrato su mobilità e rovescio. Durante il torneo ha eliminato avversari ostici, quali Bolelli, che ha giocato alla grande, Tsonga e Chardy, prima di cedere ad un Djokovic oggettivamente superiore. Una semifinale in un mille su terra rossa non è da poco per uno con le sue caratteristiche. Ce lo troveremo davanti molto spesso.
Grigor Dimitrov: Voto 6,5
Voto un po’ tirato, anche perché, se andiamo a vedere i suoi incontri, possiamo vedere che le imprese sono state battere Roger-Vasselin e Berdych. Con il ritiro di Haas dopo appena un set disputato e i miseri quattro games racimolati con Nadal, il suo torneo era più o meno finito agli ottavi. Non va sminuito un approdo in semifinale, però non ci ha stupito particolarmente, fatta eccezione per il magnifico uso del backspin con il rovescio che ha letteralmente mandato fuori fase Berdych. Da N.12 del mondo, comunque, si sta molto meglio, non è vero!?
Andy Murray: Voto 7
Ricordiamoci tutti dell’infortunio di fine 2013. Bene. Adesso, analizzando le recenti prestazioni offerte dallo scozzese, possiamo notare quanto Andy abbia lavorato sul fisico per tornare competitivo come pochi. Alla fine della stagione sul duro americano, c’era già chi si metteva le mani nei capelli, soprattutto dopo la sconfitta in Davis Cup con Fognini. Il 27enne di Dunblane ha dimostrato che il duro lavoro, che l’ha portato fino al podio ATP, fa parte del suo DNA tanto quanto il suo talento. Poteva spuntarla, forse(!?), ma Nadal ha messo il turbo, giocando un ultimo game da extraterrestre. Good job, Andy.
Tommy Haas: Voto 7
Fate come volete, ma il leone di Amburgo si merita ogni frammento dei successi che ha ottenuto in questa sua seconda carriera. A 36 anni suonati, dopo un inizio di 2014 tutt’altro che fenomenale, ti presenti a Roma e fai fuori Seppi, uno dei beniamini di casa, Sijsling e Mr. Wawrinka, esprimendo un gioco da Top. Il ritiro contro Dimitrov non può fare altro che lasciarci la coscienza di quanto avrebbe potuto fare con un po’ di tenuta in più. Non c’è niente da recriminarsi. Inossidabile.
Jeremy Chardy: Voto 7
Il francese, per molti uno dei tanti signor nessuno presenti nel circuito, si è fatto valere eccome in quel di Roma: prima un ottimo Haase, poi Mr. Federer, che ha avuto anche un match point, e il croato Dodig al quale ha lasciato appena 5 giochi. Con le sviolinate dedicate a Raonic, il fatto che il francese gli abbia sottratto un set già di per sé costituisce una grande vittoria, oltre ad una prospettiva interessante per i prossimi tornei. C’è già chi lo vede comparsa, da qui a fine carriera. Che si sbaglino?
David Ferrer: Voto 6
Per quanto di buono ha fatto a Madrid, lo stesso non si può dire di Roma, con il successo su Kukushkin, quello su un Gulbis inguardabile, e la sconfitta con Djokovic che, tutto sommato, ha motivato la sua costante presenza tra le teste di serie. Quarti di finale giocati bene, tutti falcate e recuperi che, però, non sono riusciti a scalfire il muro serbo. Gli anni passano, ma Ferru sembra correre sempre di più.