Il tanto atteso ritorno in campo di Matteo Berrettini, a più di sei mesi di distanza dall’ultimo match disputato, il secondo turno degli Us Open contro Rinderknech in cui fu costretto al ritiro, è avvenuto nell’ATP Challenger 175 di Phoenix. Il torneo, vinto dall’azzurro nel 2019, propone ogni anno un tabellone di alto livello, essendo inserito in calendario tra la seconda settimana di Indian Wells e l’inizio del successivo Masters 1000 di Miami.
Il tennista romano ha usufruito di una wild card e nei primi tre turni è stato opposto sempre ad avversari francesi: dopo aver superato Hugo Gaston e Arthur Cazaux, rispettivamente numero 85 e 77 del ranking, con due successi in rimonta, di cui l’ultimo diviso in due giorni a causa del maltempo, ha fronteggiato Terence Atmane, numero 136 e proveniente dalle qualificazioni.
Nel suo primo turno di battuta dell’incontro, Matteo ha recuperato da 0-30, ma nel seguente ha dovuto incassare il break di Atmane, provocato da una serie di errori di dritto. In virtù del vantaggio acquisito, sul 4-1 il classe 2002 ha preso maggiori rischi in risposta, costringendo Berrettini a cancellare due palle break. Dimostrandosi più incisivo da fondocampo e senza concedere opportunità con il proprio servizio, il primo parziale si è concluso 6-3 in favore del francese.
Il secondo set è facilmente scindibile in due fasi: la prima decisamente altalenante, con due palle break non concretizzate da entrambi a cui hanno fatto seguito il break di Atmane e il controbreak immediato di Berrettini, nel quinto e sesto game; la seconda dettata dall’equilibrio perdurato fino al tiebreak, in cui si l’italiano si è imposto con un perentorio 7-1, esibendo una significativa solidità sia dal punto mentale sia tecnico.
Nel parziale decisivo è aumentata la qualità degli scambi e la tensione si è sviluppata a partire dal 4-4. Nel nono game, infatti, il mancino transalpino ha rimontato da 0-40 e per guadagnarsi il 5-5 Matteo ha avuto la meglio solo ai vantaggi. Il tiebreak ha rappresentato l’epilogo perfetto di una sfida al cardiopalma: Berrettini si è appropriato di due punti sfiancanti, non ha convertito il primo match point sul 6-5, ma alla seconda possibilità, con il servizio a disposizione, ha realizzato un ace splendido e conquistato la vittoria dopo quasi tre ore, con il punteggio di 3-6 7-6 7-6.
Le fatiche di Berrettini non sono terminate qui, poiché l’ex finalista di Wimbledon ha disputato anche la semifinale, a circa tre ore dal termine del quarto contro Atmane, contro Aleksandar Vukic, occupante la posizione numero 69 del ranking e reduce dalla sconfitta al terzo set a Indian Wells contro Djokovic. Il primo break della sfida è giunto nel settimo game, vinto da Matteo che però non è stato in grado di consolidare il vantaggio, subendo il controbreak dall’australiano. Nel game più lungo del set, sul 5-5, l’azzurro ha avuto a disposizione due chance per andare a servire per il set, ma non ha evitato un altro tiebreak, in cui si è dimostrato estremamente pragmatico ottenendo cinque punti di fila dal 2-2.
Il break conseguito in apertura di secondo è stato vanificato da Berrettini, che ha ceduto subito dopo la battuta come accaduto in precedenza. Anche in questo caso, le sorti del set sono state stabilite dal tiebreak, in cui l’insaziabile Matteo ha conquistato i primi sei punti, concludendo con il punteggio di 7-6 7-6 un’indimenticabile serata nuovamente con un ace. Sommando la durata dei due match, dopo ben cinque ore in campo, il ventisettenne italiano, sotto la guida di Francisco Roig, si è guadagnato con merito la finale del torneo, in cui dovrà affrontare il portoghese Nuno Borges, che ha avuto un ottimo inizio di stagione, essendo approdato agli ottavi degli Australian Open.