Jack Sock: Chi l’ha visto?

Il tennista americano, dopo lo straordinario exploit del finale della passata stagione, è stato sinora protagonista di una stagione a dir poco disastrosa. Andiamo ad analizzarne l'andamento e a tracciare i possibili sviluppi che potrebbero verificarsi qualora lo statunitense dovesse concludere la stagione procedendo su questa falsariga.

Jack Sock, il ragazzotto americano dal viso simpatico e dal sorriso contagioso, capace di aggiudicarsi sul finire della passata stagione il Master 1000 di Parigi Bercy e di issarsi sino alle semifinali delle Atp Nitto Finals di Londra, è sparito. Al suo posto pare ora esserci uno svogliato e cupo giocatore, in grado di vincere sei sole partite nella stagione in corso, a fronte di ben diciassette sconfitte, concretizzatesi fra l’altro in molti casi per mano di giocatori di classifica molto inferiore a quella dell’americano e sulla carta non in grado di impensierirlo, o per lo meno di impensierire il giocatore che avevamo imparato a conoscere durante la stagione 2017.

Le sconfitte rimediate settimana scorsa contro il georgiano Basilashvili nell’ATP 500 di Pechino (georgiano che pero, ad onor del vero, si è poi dimostrato capace di aggiudicarsi il torneo) e ieri per mano di Peter Gojowczyk difatti solo le ultime di una luna striscia di risultati negativi inanellati dal povero Sock, che non è riuscito a spingersi oltre il terzo turno in nessuno dei tornei ai quali ha preso parte in questo 2018, ottenendo come miglior risultato i terzi turni nei Master 1000 americani di Indian Wells e Miami, dove è stato però sconfitto rispettivamente da Feliciano Lopez e Borna Coric. In mezzo solo risultati deludenti, sconfitte inattese e prestazioni da dimenticare, come quella inscenata sui campi in terra rossa del Roland Garros, certo non il suo campo di battaglia preferito, aspetto che non giustifica però la disastrosa sconfitta contro l’estone Jurgen Zopp, allora numero 136 del ranking; o ancora possiamo citare la disfatta di Eastbourne, dove Sock ha perso al primo turno per mano del tedesco Brands, numero 316 del ranking mondiale.

Il periodo peggiore è stato però sicuramente la sezione centrale della stagione in corso, dove Sock ha accumulato otto sconfitte consecutive, per un totale di tre mesi senza ottenere alcuna vittoria, dalla sconfitta contro Kohlschreiber al Foro Italico sino a quella contro Hyeon Chung nel 1000 di cincinnati. L’americano si è poi presentato al Grande Slam di casa speranzoso e voglioso di ottenere un buon risultato, ma si è dovuto nuovamente arrendere, questa volta al cospetto di Basilashvili, dopo aver ottenuto un non certo impossibile successo al primo turno ai danni dell’argentino Guido Andreozzi.
Poi il rientro a Pechino la scorsa settimana, dove, come già detto, l’americano si è nuovamente scontrato col georgiano Basilashvili, arrendendosi nuovamente.

Sock ha sinora raccolto la miseria di 315 punti in tutta la stagione, ed occupa attualmente la posizione numero 159 della race, posizionamento che rende l’idea della stagione sinora disputata, diversamente da quanto racconti il ranking ATP, che lo vede occupare ancora la diciassettesima posizione mondiale.
Ora arriva però la parte difficile, poiché Sock dovrà in qualche modo rendere ragione dello straordinario finale di stagione disputato l’anno passato, e sarà chiamato a difendere gli oltre mille punti messi in saccoccia con la vittoria a Parigi Bercy e la semifinale alle Finals di Londra. L’americano è quindi obbligato a migliorare il proprio rendimento, se vuole provare a salvare in extremis una stagione a dir poco infausta, evitando lo scenario peggiore: se difatti il tennista americano dovesse concludere la stagione proseguendo sul sentiero sinora tracciato, rischierebbe di scivolare oltre la centesima posizione mondiale, facendo segnare una vertiginosa caduta in classifica rispetto alla ottava posizione occupata all’inizio dell’anno.

Una crisi quella dell’americano che parrebbe essere senza fine e della quale si faticano a comprendere le motivazioni, soprattutto considerando l’impegno profuso nel doppio e i titoli conquistati in coppia con Mike Bryan, col quale ha ottenuto la vittoria negli slam di Londra e New York. Che sia stato forse l’impegno in doppio a causare il netto peggioramento delle prestazioni nel singolare?
Nel frattempo anche nel torneo di Shangai, su cui si è alzato il sipario durante la giornata di ieri, Sock ha confermato il trend negativo, incorrendo nell’ennesima sconfitta per mano del  tedesco Peter Gojowczyk.

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Jack Sock all’opera al primo turno del Master 1000 di Shangai

Sembra ora difficile immaginare un finale di stagione dall’esito diverso rispetto a quello che i risultati sinora raccolti dallo statunitense, ma Sock è stato già in grado di sorprenderci; vedremo pertanto se il buon Jack sarà in grado di salvare il salvabile negli ultimi scorci di una stagione altrimenti destinata ad essere ricordata come una delle peggiori della sua carriera.

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