Ad ogni notizia negativa, spesso, segue una lieta nuova. Se l’annuncio di sua maestà Roger Federer ha lasciato tutti gli appassionati con il fiato sospeso e qualche dubbio sul recente avvenire, dall’altro lato il ritorno alla vittoria di Jack Sock ha addolcito una giornata tennistica dai connotati funesti. Il classe 1992 di Lincoln, dopo una tormentata e perdurante fase di buio che gli aveva addirittura fatto chiudere il 2019 con zero vittorie (eccezion fatta quella contro Fognini in Laver Cup) ed il terribile “no ranking”, due giorni fa è finalmente ritornato ad assaporare il dolce gusto della vittoria nell’ATP 250 di Delray Beach contro Radu Albot, detentore del titolo. Il trionfo è arrivato un po’ alla Sock, in modo stravagante, con tanto di matchpoint annullato. In un attimo, lo statunitense è passato dal ripiombare nelle braccia dei fantasmi che da mesi lo tengono intrappolato al gustarsi la purezza delle emozioni che solo il tennis può regalare: chino sulle ginocchia, in lacrime, tanto imponente quanto fragile. La sconfitta odierna contro il connazionale/amico Thompson ha sicuramente un peso minore. Jack Sock è tornato.
Il ventisettenne americano si è affacciato al professionismo nel 2011 e gradualmente è riuscito a ricucirsi una fetta di notorietà tra i grandi. Nel 2015, a Houston, sollevava al cielo il primo dei suoi quattro titoli ATP, riuscendo anche a spingersi fino agli ottavi al Roland Garros (sconfitto da Nadal) ed in semifinale a Basilea, fermato solo da Federer. Il 2017 rappresenta tuttavia l’anno della svolta. Nella prima parte della stagione, Sock mette a segno la rilevante doppietta Auckland – Delray Beach, condita altresì da una splendida semifinale ad Indian Wells. È tuttavia l’autunno a regalargli le maggiori soddisfazioni: arrivano infatti la prima vittoria in un “1000” a Parigi Bercy, il best ranking (n. 8 ATP) e la partecipazione alle Finals. Tutto perfetto, con l’apoteosi di un posto tra i grandi.
Il biennio 2018-2019 gli riserva tuttavia delle amare sorprese, anche se il vero annus horribilis è sicuramente l’ultimo. La sua ultima vittoria risale incredibilmente al novembre ’18 proprio in quel Parigi Bercy che l’anno precedente gli aveva regalato la gioia più grande della sua carriera; in quell’occasione viene sconfitto ai quarti da Dominic Thiem, poi il buio più profondo. Tra un infortunio al pollice della mano non ben identificato e fastidiosi dolori alla schiena, comincia una discesa verso gli inferi del tennis lenta e tormentata: d’altronde, come detto da penna ben più nota, “il tennis l’ha inventato il diavolo“. Settimana dopo settimana, la figura di Sock scompare gradualmente dai radar del circuito ma probabilmente nessuno avrebbe mai immaginato una situazione del genere a fine anno. Nel 2019, infatti, è soltanto uno il match che il buon Jack è riuscito a portarsi a casa, quello di Laver Cup contro il nostro Fognini, peraltro senza guadagnare punti in classifica: sconfitta al primo turno dell’Australian Open contro Bolt, poi rientro in estate ma sulla stessa linea con ritiro nei Challenger di Las Vegas e Charlottesville. Così, a decorrere dal 30/10/2019, l’imponente Jack Sock è fuori dal ranking ATP: “no ranking”, senza possibilità di accesso ai tabelloni dei tornei maggiori. Nonostante la giovane età, per sua stessa ammissione, si paventa imperante l’ipotesi ritiro. Jack però non ci sta e decide di sfidare ancora il fato avverso.
Giungiamo così al 19 febbraio 2020, giornata che rimarrà impressa nella mente dell’americano come una delle più intense della sua carriera, nonostante l’apparente scarsa importanza della partita. Ritorna infatti la vittoria e con essa emergono tutte le sofferenze patite negli ultimi lunghissimi mesi: lacrime, emozioni, gioia infinita ed un calcio, anzi un dritto violentissimo alla sua maniera, a tutte le paure che lo hanno attanagliato. Ed è quasi nulla la tristezza per la sconfitta di questa notte contro Johnson. Sock ha dimostrato che non è mai troppo tardi per riemergere. Jack Sock, ad un passo dal baratro, è tornato, con l’augurio di vederlo presto esprimersi nuovamente ai suoi massimi e divertenti livelli di tennis.