Farsi prendere dall’entusiasmo ed esagerare coi toni, nel tennis in generale, e sopratutto con le giovani promesse, è sempre poco prudente e avventato, e non bisogna dunque ripetere per l’ennesima volta questo errore. Tuttavia… pare proprio che, nel panorama del tennis italiano, ci sia una giovane promessa che intende dare agli appassionati e agli addetti ai lavori tutti i buoni motivi per rischiare di cadere ancora una volta in questa tentazione: Jannik Sinner, giovane e brillante stella del nostro movimento tennistico, infatti, sta vivendo un momento di forma straordinario, e continua in una cavalcata che non si può definire in altro modo, se non impressionante. Alla giovane età di diciotto anni, compiuti da pochi mesi, il giocatore altoatesino, nato addirittura nel 2001, ha raggiunto infatti da questa settimana, grazie alla prima semifinale in carriera conquistata nell’atp di Anversa, il numero 101 del ranking mondiale, alle spalle dell’azzurro Salvatore Caruso e solo ad una posizione da un obiettivo cruciale per ogni giovane tennista, la top100.
Questo traguardo, per il momento, è sfumato, ma potrebbe trattarsi davvero di una questione di giorni. Questa settimana, infatti, Jannick sarà impegnato nel tabellone principale dell’ATP 500 di Vienna, in cui è entrato grazie ad una wild card, e, disputando un evento decisamente importante in questa fase finale di stagione, avrà la possibilità concreta, e per nulla inverosimile, di tentare un altro assalto alle prime cento posizioni della classifica. E questo risultato, con la dovuta prudenza, segnerebbe già senza dubbio un’ importante svolta nella giovane carriera dell’altoatesino: se riuscisse in questa impresa, infatti, Sinner diventerebbe il più giovane italiano di sempre ad entrare nei top 100 nell’Era Open, e potrebbe già incidere legittimamente il suo nome nel libro dei record del nostro tennis, con tutti i meriti.
Tuttavia, questo, almeno nelle ambizioni di Jannik, che appare determinato come pochi altri, questo non dovrebbe certo essere un punto di arrivo, ma anzi di partenza per la sua giovane carriera. Nei prossimi mesi, infatti, Sinner potrà ulteriormente consolidare la sua ascesa in classifica, che potrà incrementare sicuramente già dal prossimo anno, ma questa stagione, sebbene stia volgendo al termine, gli potrà riservare un altro appuntamento tutt’altro che secondario, e un’opportunità davvero fondamentale: dal 5 al ) Novembre, infatti, sarà impegnato nelle Next Gen ATP Finals di Milano, ovvero il master per giovani promesse, in cui potrà confrontarsi con altri sette giovani brillanti, contro cui non parte certamente battuto. I grandi risultati ottenuti da Sinner e, in generale, la rapidità dei suoi miglioramenti e dei suoi successi, di recente, ha indotto alcuni commentatori a ipotizzare un paragone forse azzardato, ma anche affascinante, tra il giovane azzurro e i tre giocatori che hanno segnato nel profondo, e più di ogni altra epoca, il tennis mondiale, ovvero i Fab Three: Roger Federer, Rafael Nadal, e Novak Djokovic.
Chiamare in causa tre mostri sacri del nostro sport, che hanno trascinato masse di tifosi e monopolizzato slam e master 1000 per quindici anni, è certamente rischioso,“Tuttavia, se Jannik dovesse trovare una settimana di grazia, e conquistare a Vienna il primo trofeo della carriera, realizzerebbe un’impresa davvero eccezionale, superando persino Rafa, oltre che Nole e Roger. Il maiorchino, infatti, è stato il più precoce tra questi fenomeni, e ha numeri probabilmente imbattibili, poiché ha centrato l’obiettivo dei top 100 addirittura a 16 anni, e quello dei top 50 appena quattro mesi dopo. Sulla classifica, quindi, competere è impossibile, ma la storia cambia la usando si parla di tornei. Se dovesse trionfare a Vienna, infatti, l’italiano vincerebbe il suo primo torneo a 18 anni, 2 mesi e 4 giorni, addirittura 11 giorni prima dello spagnolo. Ovviamente, si tratta ancora di un puro esercizio di fantasmi, e, come abbiamo detto proprio all’inizio, cedere alla fretta sarebbe un grave errore, e sarebbe prematuro accostare un tennista così giovane, per quanto talentuoso, a tre campioni affermati. Ma, con una potenzialità del genere, come si dice, sognare è lecito, è una prerogativa dei grandi, del resto, è sognare in grande.”