Sinner prende un break quasi di distrazione da 40/15 nel terzo game ma reagisce subito e pareggia con un dolcissimo dropshot di dritto al termine di uno scambio fiume. Si nota la ricerca di Jannik, che sulla terra sfrutta quell’attimo in più per tentare variazioni che un domani gli verranno utili su altre superfici.
Dopo il 3-3 comincia un bel parziale di 8-1 che frutta due game consecutivi, il secondo dei quali è un break autorevole, cercato e trovato con un’ottima profondità seguita da una costante ricerca della rete (niente di felino, ma assegni incassati con sicurezza). Nel gioco successivo si va 30/30, con anche un bel regalo di Bautista, poi Jannik si procura il set point con un dritto a sventaglio ma spreca e poi è lo spagnolo a prendersi il controbreak con la sua pressione da fondo. È un buon Sinner ma di là c’è un gattaccio che non molla mai e il tiebreak arriva come una sentenza severa ma inevitabile. Jannik, quasi sempre dietro, deve annullare tre set point e sprecarne un altro prima di chiudere 11-9 con la volée. No, non ci siamo annoiati, adesso invece ci piacerebbe provare quella sensazione, anche se Roberto non è il tipo da sbandamenti post traumatici.
Contro ogni aspettativa c’è qualche gratuito psicosomatico di troppo e Sinner è bravo a infilarsi nelle pieghe del cattivo umore avversario, a brekkare in apertura e a confermare dopo aver annullato una palla per il rientro. La pellaccia di Agut viene fuori nel gioco successivo sullo 0/30, quando l’ispanico ne viene fuori (anche) con la classe di un passantino stretto di rovescio che gli riaccende il morale: 2-1 e servizio Jannik. Arrivano altre palle per il controbreak, la prima provoca un ace e la seconda è una buona scusa per un dropshot delizioso tirato da lontanissimo, con la sensibilità sottovalutata del nostro giovane boscaiolo che tende più spesso alla brutale potenza ma ha tanto tennis nelle corde. Il game intanto assume sfumature raffinate perché Agutto mostra a sua volta qualche ricamo oltre a un particolare affetto per righe e angolini. Il 3-1 sa quindi di liberazione, anche se è un’utopia pensare di liberarsi di Robertino.
Il sesto game è una boccata d’ossigeno che porta in dote il 4-2, quando il match è ormai in fase calda. Con il suo atavico istinto di caccia, il rosso di San Candido fiuta il momento e si scatena dietro alla preda, chiudendo il secondo break con uno scambio robusto che spinge l’avversario all’errore: 5-2 e servizio. Lo smash rabbioso vale il doppio matchpoint e la partita si chiude di nuovo a rete dopo un rovescio forte e profondo. Terza vittoria di fila contro Bautista, ennesima prova di maturità per Jannik e domani ci sarà un nuovo test russo, contro uno dei giocatori più in forma del circuito, quel Rublev già affrontato in quel di Vienna in una partita finita sul nascere per infortunio, una parentesi da chiudere per continuare il discorso.