Seguire Sinner con una connessione montanara è un capolavoro di dedizione. Dopo aver cercato come un rabdomante il luogo dove internet funziona meno peggio, scopri che il telefono è quasi scarico ed è tutto da rifare. Ma c’è aria di risveglio sinneriano e il ragazzo va sostenuto.
Dall’altro lato della rete non c’è uno qualunque, ma quello Steve Johnson che aveva tenuto a battesimo Sinner al master 1000 romano del 2019. In quel caso l’americano, padrone del campo per lunghi tratti, aveva subito la clamorosa rimonta di Jannik – con tanto di match point sprecato – fino a concedergli la prima vittoria in un main draw ATP.
Adesso l’americano è tornato in condizioni accettabili dopo un lungo periodo buio, ma Jannik mostra subito il piglio giusto, flirta con il break e poi lo ottiene nel quinto game. Un piccolo brivido sul 4-3 ha le sembianze di una palla del controbreak, ma Sinner si salva e veleggia fino a servire per il set sul 5-4. La prima non entra ma Johnson aiuta con un gratuito, poi è Jannik a trovare una rapida combinazione servizio dritto e infine una prima vincente per guadagnarsi tre set point. Per non saper né leggere né scrivere la chiude subito con un rovescio che l’americano può solo sparare in rete. Primo set in archivio e semifinale in vista.
La reazione di Johnson è rabbiosa e lo porta a un passo dal break del 2-0, ma Jannik risale da 15/40 trovando finalmente l’aiuto del servizio, poi è lui a mostrare gli artigli guadagnandosi due palle break. Johnson vacilla e si consegna con un doppio fallo. Jannik non ha la minima intenzione di rallentare, conferma il vantaggio e insidia nuovamente il servizio avversario. Come in un déjà vu, è ancora un doppio fallo a chiudere il game: 4-1 e servizio. Ormai è un monologo sinneriano e si fa presto a giungere al 5-2. Jannik qui è bravo a evitare ogni rischio scattando 40/0 per poi chiudere alla seconda occasione.
Dopo la folle partita di ieri con Korda (7-6, 7-6), costellata di errori e ribaltamenti di fronte, Jannik trova finalmente una solida continuità.
Domani sarà semifinale, la quarta dell’anno – dopo il 250 Australiano, il 1000 di Miami e il 500 di Barcellona – contro il ventenne Jenson Brooksby, statunitense che quest’anno ha sollevato tre Challenger (su cemento e terra rossa) e raggiunto la finale sull’erba di Newport, sconfitto da Kevin Anderson. Il suo stato di forma lo rende un avversario insidioso ma Jannik è ripartito e non ha intenzione di fermarsi – a proposito, anche nel torneo di doppio la coppia Korda/Sinner è in semifinale. Jenson non ha paura di nessuno e per arrivare fin qui ha eliminato lo stesso Anderson, Frances Tiafoe, Auger Aliassime e John Millman senza perdere neanche un set, insomma sarà un altro bel test per i progressi di Jannik, che proverà anche a far pesare la sua maggiore esperienza a questo livello.