Nelle ultime settimane i riflettori del tennis italiano (e non solo) sono puntati su di lui, sul primo 2001 capace di vincere un torneo Challenger: parliamo di Jannik Sinner, nato il 12 agosto 2001 a San Candido, in provincia di Bolzano. Parla il dialetto tedesco della sua zona, vicinissima all’Austria, ma la nazionalità è sempre stata quella italiana, nonostante qualche difficoltà iniziale con la lingua, imparata in Liguria: “Avevo le basi della scuola ma poco vocabolario. Sono nato a un passo dall’Austria però al doppio passaporto non ci penso: mi alleno in Italia con coach italiani, sono italiano. Ma non chiedermi di cantare l’inno…”
Per quanto riguarda la sua carriera sportiva, invece, scopriamo che il tennis è stato uno sport secondario fino a qualche anno fa: “Sciavo, slalom e gigante di cui ero campione italiano, e giocavo benino a tennis. Lasciare la famiglia a 14 anni non è stata una scelta facile ma ho sempre voluto diventare forte in uno sport. Papà è cuoco a Sesto in Val Pusteria, mamma cameriera nello stesso rifugio. Mi hanno lasciato molto libero: li ringrazio”.
Il talento di Jannik non è passato inosservato agli occhi di un grande esperto come Max Sartori, coach di Andreas Seppi. Sartori decise di portarlo a Bordighera al Tennis Center di Riccardo Piatti. Oggi è seguito da Andrea Volpini, colpito dalla sua aggressività e dalla capacità di gestire le emozioni, e vive nell’Accademia di Piatti con altri due ragazzi. Sinner, però, non è stato sin da subito consapevole dei suoi mezzi: “Tutti mi dicevano: come giochi bene! Io sono stato l’ultimo a crederci, solo ora sono consapevole del mio talento e delle mie potenzialità”.
I suoi idoli tennistici sono Roger Federer e Andreas Seppi, ma ha ricevuto il consiglio più importante da un certo Novak Djokovic a Bordighera: “Il tennis è una questione di fiducia e di testa”, cosa che Jannik sa già bene.
Sa anche che adesso la strada sarà sempre più dura: “Vinto un Challenger, vinto un torneo ITF, l’asticella si alza sempre di più ma è l’unico modo per migliorare. Lavoro su dritto e servizio, mentre il rovescio è il colpo più sicuro. Mi trovo meglio sul veloce però mi diverto anche sulla terra, mi piace scivolare”.
A diciassette anni e mezzo, Jannik è il miglior under 18 italiano ed è ben inserito nel circuito. Difficile fare pronostici a quest’età, ma almeno sulla carta Sinner ha tutte le possibilità per diventare uno dei protagonisti del tennis del futuro.
12 comments
Mauri Giancaspro
pure…
Speriamo bene
Bravo anche sciatore!
Le premesse ci sono…vediamo se riuscirà ad essere costante nel prosieguo della stagione
Alberto Grazia
Aspettiamo da 40 anni un italiano forte e quando, FORSE, arriva parla tedesco???? Una beffa…
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Ma è crucco..
Filippo Giovene Luca Gasparotto
Rosen Vranchev hirscher dei poveri
Aspettiamo fiduciosi