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Jannik strapazzato

Sui campi di Indian Wells si suda e si lotta, sono gli ottavi di finale e non c’è più da scherzare. Ne ha appena fatto le spese Medvedev e adesso tocca a Jannik, che in verità deve ancora iscriversi al torneo; sì perché dopo la bella vittoria su Millman, il forfait di Isner lo ha mandato avanti senza giocare e il suo minutaggio in campo è davvero limitato. Taylor Fritz, dal canto suo, ha giustiziato un Berrettini opaco, cancellando il derby azzurro atteso fin dai sorteggi.
Gli equilibri si rompono presto, nel terzo gioco, quando Jannik aggredisce la seconda di Fritz, spinge con il dritto e finisce con il rovescio un bel break di pura aggressività. La reazione di Taylor è veemente e – con la complicità di una prima che non entra più di tanto – si ristabilisce un equilibrio immediato (2-2). L’americano però manca di continuità e con qualche errore di misura e un doppio fallo diabolico fa di tutto per scavarsi la fossa da solo. Jannik tenta la fuga (4-2 e nuovo break sfiorato) ma alla lunga il suo servizio è troppo inaffidabile e genera preoccupazioni che si trascinano negli scambi. Non solo entrano poche prime ma le seconde sono fragili, oltretutto il dritto di Fritz fa danni e sconquassi, griffando una rimonta perentoria che chiude il set (6-4).

La storia si prolunga nella seconda frazione: Jannik spreca due palle break in apertura poi ne offre altrettante e va sotto 2-0, poi 3-0. Adesso la fiducia di Taylor complotta con le esitazioni di Jannik e non c’è più partita (4-0). Con uno scatto d’orgoglio Sinner risale da 30/0 a palla break, ma Fritz è un martello e si riporta avanti con una palla per il 5-0. La vista sul baratro stuzzica il rovescio lungolinea di Jannik, che lo aiuta a fermare una striscia di otto game consecutivi persi prima di tornare al servizio. Qui Sinner lotta ancora con le unghie per il punto del 4-2, poi 5-3, lasciando a Taylor l’onere di servire per il match. Arrivano due chance per riaprirla ma un ace e una stecca di dritto in uno scambio ad alta intensità vanificano l’idea di rimonta; Fritz è troppo solido, chiude con una combinazione servizio-rovescio lungolinea nell’angolo e può esultare davanti al proprio pubblico: si è appena preso i quarti di finale, dove lo attende una sfida quasi proibitiva con il giocatore più in forma del momento, Sacha Zverev.

Dal lato Sinner, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, possiamo sottolineare l’approccio iniziale, la buona prova in risposta, e quella reazione che lo ha portato a un solo quindici dalla clamorosa riapertura di una gara altamente compromessa sul 6-4, 4-0, 30/0 – Jannik non si arrende mai, nemmeno nelle giornate peggiori: trova sempre la forza di lottare, anche solo per rimanere in campo qualche minuto in più, questa capacità non è bastata oggi ma rimane preziosa. Per contro non possiamo tacere la pessima prova al servizio, con un 50% di prime (appena decenti) e una seconda che sfigurava di fronte a quella dell’avversario; questo colpo, a oggi, si sta rivelando fonte di sofferenza e confusione, non gli ha mai permesso di comandare gli scambi, di trovare ritmo né tantomeno sicurezza. Jannik lo sa e ci sta lavorando duramente, ci vuole pazienza, anche se la sconfitta brucia e sa di occasione persa.

Nicola Balossi

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