Penso che questo sia il momento ideale per citare il mitico John Belushi, alias John Bluto Blutarsky, protagonista del leggendario film Animal House: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!”. Siamo entrati finalmente nella seconda settimana dello Slam australiano e in lizza sono rimasti solo i 16 tennisti migliori, i più forti: quasi tutte le teste coronate più importanti sono ancora presenti in tabellone, con l’eccezione di Holger Rune.
Tra i duri giunti agli ottavi del Major aussie, non poteva mancare la stella più brillante del firmamento azzurro, Jannik The Fox Sinner, l’unico superstite della nutrita pattuglia azzurra in missione agli Australian Open. Il nostro Jannik si è scontrato con il russo Karen Khachanov, lo spetsnaz dei campi da tennis, 27 anni, ex Top Ten, attualmente alla posizione n°15 del ranking ATP. Se Sinner ha spazzato via come una furia indemoniata i suoi avversari nei turni precedenti, non lasciando ai poveri malcapitati che una manciata di game ciascuno, Karen invece ha dovuto impegnarsi e non poco per raggiungere agli ottavi di finale il nostro Jannik: le sue partite sono state tutte decisamente molto combattute e in ogni match, nell’ordine, il tedesco Daniel Altmaier, l’americano Aleksander Kovacevic e il ceco Tomas Machac, Khachanov è stato costretto a cedere almeno un set ai suoi avversari. I precedenti tra l’azzurro ed il russo parlano italiano, 2-1, con Jannik che si è aggiudicato gli ultimi due scontri diretti, disputati entrambi nel 2021 ed entrambi sul veloce outdoor.
Questo, dunque, il quadro dell’incontro odierno, da un lato del campo un giocatore che ha speso poco a livello psico-fisico nella prima settimana di torneo e da mesi ormai in crescita tennistica esponenziale, dall’altro un tennista sì molto forte e competitivo, ma che ha dovuto sprecare più energie nei turni precedenti e che Jannik già puniva quando l’altoatesino non era ancora la versione potenziata e “uploadata” da due anni di durissimo lavoro col la coppia Vagnozzi-Cahill. E se pure i Bookies si sono sbilanciati parecchio a favore dell’azzurro, trasformandosi in minatori e fissando rasoterra, anzi sottoterra, la quota di Sinner vincente a 1.11, contro i 6.25 per la vittoria del russo Khachanov, era scritto nei cieli d’Australia che il classe 2001 dovesse vincere.
Difatti l’azzurro ha vinto in tre set, col punteggio di 6-4 7-5 6-3 in 2 ore e 34 minuti. Ma attenzione, nonostante le favorevoli premesse ed il risultato finale, non si è trattato di un match passerella, anzi, tutt’altro. Per il nostro azzurro è stato molto complicato portare a casa i primi due parziali, complice un Karen molto solido e volitivo, ma soprattutto uno Jannik al di sotto degli standard di gioco a cui ci aveva abituato negli ultimi mesi. L’azzurro ha giocato maluccio al servizio e maluccio da fondo e le statistiche dell’incontro certificano le difficoltà incontrate dall’italiano nei primi 2/3 del match: 49% di prime in campo nel primo set e 56% nel secondo, e proprio nei primi due parziali ha concentrato quasi tutti gli unforced, che saranno 34 a fine match. Le complicazioni incontrate da Jannik sono evidenziate anche dal numero di palle break, 10 in totale, concesse a piene mani nella prima parte dell’incontro.
Entrando nel merito della partita, il primo parziale si è indirizzato quasi subito verso l’azzurro quando ha operato il break rivelatosi poi decisivo nel terzo game, portandosi sullo 0-40 e chiudendo il gioco con un dritto lungolinea sinneriano in salto. Tuttavia nei game successivi è stata lotta senza quartiere con il russo perché l’altoatesino ha dovuto annullare ben 5 palle break, e ciò grazie soprattutto al servizio a cui l’azzurro si è aggrappato nei momenti di difficoltà.
Chiuso per 6-4 il primo parziale, sembrava che la partita si fosse messa in discesa per il nostro eroe, dato che Jannik si aggiudica a zero il primo game di battuta dell’avversario. Invece la sofferenza continua a torturare lo scrivente, perché Sinner gioca contratto e la palla non esce sibilante come al solito dal suo piatto corde ed infatti il russo opera immediatamente il contro break. Il secondo set a mio avviso si decide nell’ottavo game, quando complici errori e due doppi falli di Sinner, il tennista di San Candido concede al russo altre palle break pericolosissime: l’azzurro si toglie dai guai sempre grazie al suo benedetto servizio che decide di funzionare a dovere nei momenti che contano. Salvata la ghirba quasi miracolosamente si arriva al 4 pari: sul 5-5 Sinner decide di spaccare la partita in due, da vero fuoriclasse. Con Khachanov al servizio, Jannik corre, difende, lotta, martella e si procura una preziosissima palla break che converte da fuori campo con una fucilata di dritto in lungolinea, piazzata nell’angolino alla sinistra del russo, che dandosi al baseball per un attimo, fa fuoricampo pure lui, con pallina scaraventata per frustrazione nei parcheggi della Margaret Court Arena e conseguente warning gentilmente donatogli dal giudice di sedia. Jannik, sul 6-5 a favore e servizio, finalmente si rilassa e chiude in scioltezza il set per 7-5.
Il terzo set, finalmente, è un assolo azzurro. Karen, pur sotto di due set, gioca sempre bene, ma è l’altoatesino ad aver cambiato decisamente marcia. Fluido, decontratto, meno falloso, l’italiano domina il suo avversario che, eccezion fatta per il primo game, concede sempre palle break: Jannik strappa il servizio al russo nel settimo gioco, serve portandosi sul 5-3 e nuovamente strappa il game a Karen, aggiudicandosi il terzo set ed il match per 6-3, in grande scioltezza.
Al russo rimane il merito di aver fornito una bella prestazione contro l’italiano e la soddisfazione di aver confezionato il più bel punto dell’incontro, un pallonetto vincente in tweneer finito sulla linea di fondo, mentre a Jannik rimane tutto il resto, vittoria e prossimo incontro da disputare contro il vincente tra il tranquillissimo e serafico Andrej Rublev e l’idolo di casa Alex Demon de Minaur.
Adesso Sinner è ai quarti dello Slam australiano ed io sono molto fiducioso anche per l’esito del turno successivo che, in caso di esito positivo, potrebbe regalarci un match generazionale contro Nole. Tutti in piedi! Applausi per Jannik!
Roberto “ItalyFirst” Eusebi