Jared Donaldson è l’attuale numero 54 ATP. Si contende, insieme a Tiafoe, la palma di giovane americano più interessante del circuito e, sebbene l’ultima prestazione del 2017 alle Nextgen finals sia stata piuttosto scadente, ha iniziato la nuova stagione con il piglio giusto. Il 21enne originario del Rhode Island ha infatti battuto l’australiano Jordan Thompson al primo turno del torneo del torneo ATP 250 di Brisbane con un perentorio 6-2 6-4 e al secondo turno se la vedrà con il veterano uzbeko Denis Istomin. Intanto il giovane statunitense pare avere già le idee ben chiare.
OBIETTIVO: N.1 – Donaldson non è troppo restio a dichiarare che il suo obiettivo è quello di arrivare sino alla vetta del ranking ATP. Intanto però preferisce ragionare partita dopo partita, anche in base ai suggerimenti di coach Gambill: «io voglio raggiungere la posizione numero 1 ATP al termine della stagione. Ma mi rendo conto anche che adesso non è ancora un obiettivo realistico. Non è neanche il miglior modo di iniziare una nuova stagione avere la menta rivolta solo a quello. Prima di arrivarci però devo crescere molto e scoprire dove e come posso migliorare il mio gioco per raggiungere la vetta. Non si può neanche pretendere di avere un controllo sulla propria posizione in classifica. Si vince e si perde. L’importante è che si giochi. Ad oggi, comunque, il raggiungere risultati settimana dopo settimana è ciò che veramente mi rende felice e mi esalta». E Donaldson le sue prime soddisfazioni se le sta già levando, dopo un ottimo 2017 che gli ha permesso di concludere tra gli otto migliori giovani del circuito. «Io lavoro quotidianamente cercando di dare il meglio giorno dopo giorno per raggiungere risultati. Come tutti. Non si raggiungono i risultati senza lavoro: non sono nato come il più veloce, né come il forte, né con la forza di palla maggiore. Però provo a migliorarmi su tutti questi aspetti allenandomi» E qual è l’arma segreta di Jared Donaldson? «La mentalità. Lì è dove riesco a dare il meglio e dove nasce la mia volontà di fare il massimo. Gli avversari vogliono batterti, tu vuoi vincere ed è da questo confronto continuo che giungono i miglioramenti». E chissà se, dopo un 2017 dove sono esplose le stelle di Zverev, Rublev e Shapovalov, non possa essere l’anno della consacrazione di Donaldson.
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Modesto