Jerzy Janowicz, il gigante con la faccia da bambino

Jerzy Janowicz: il 2014 sarà l'anno della svolta definitiva?

Jerzy Janowicz nasce a Lodz, in Polonia, il 13 novembre del 1990. Comincia a giocare a tennis da bambino, affacciandosi piano piano ai maggiori tornei Juniores, raggiungendo, nel 2007, la finale dello US Open. Tuttavia, il polacco fatica ad imporsi nel circuito maggiore e ha bisogno di qualche anno di ambientamento. Comincia a far intravedere le sue grandi doti a Wimbledon, nel 2012, quando raggiunge il terzo turno, sconfitto da Florian Mayer al quinto set, in un match combattutissimo. La vera affermazione ed esplosione di Janowicz coincide col torneo di Parigi – Bercy, quando, partendo dalle qualificazioni, riesce a raggiungere la finale, sconfiggendo nell’ordine il tedesco Philipp Kohlschreiber, il croato Marin Cilic, Andy Murray (annullando match point nel secondo set), Janko Tipsarevic ed il francese Gilles Simon, prima di essere battuto da Ferrer.

Janowicz, dopo la spettacolare prova a Wimbledon di quest’anno, dove ha raggiunto la semifinale, è riuscito ad issarsi al numero 17 del mondo, riuscendo a salire ulteriormente, entrando nei primi 15, prima di subire un calo esponenziale nella seconda parte di stagione, prova di soddisfazioni per il tennista polacco, che è scivolato ora un pochino più indietro, a causa della mancata conferma dei risultati ottenuti nel 2012, in particolare a Parigi – Bercy. Tuttavia, la speranza e la possibilità di migliorare ancora esistono eccome, anzi, sono quasi certezze. Dal punto di vista del gioco, il polacco ha forse il miglior servizio dell’intero circuito, ma non si limita a servire e basta. Janowicz è dotato di ottimi fondamentali, oltre ad uno sfavillante gioco a rete, che gli consente di utilizzare spesso la soluzione di “Serve ‘n volley”.

Capace di tenere lo scambio da fondo e di variare il suo gioco, Janowicz si presenta come una delle migliori promesse in giro per il mondo, con altissime probabilità di entrare a far parte della top 5 già a partire dal prossimo anno. Volendo fare un paragone con un tennista in attività, Jerzy è simile al ceco Tomas Berdych, con una differenza sostanziale: la personalità. Il ceco ne è completamente sprovvisto, mentre il giovane polacco già dimostra carattere in campo, tanto da influenzare pure le decisoni arbitrali, come ad esempio la chiusura del tetto nel match contro Murray a Wimbledon, quando si poteva aspettare. Una cosa è certa: il vento dell’est sta arrivando ed il primo ad issarsi in alto in classifica sarà lui, il gigante con la faccia da bambino, lo stesso che a Parigi – Bercy, dopo ogni vittoria, scoppiava in lacrime, a chiedersi come avesse fatto. Si, proprio lui.

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