John McEnroe è abbastanza sconsolato per l’interesse verso il tennis mostrato dai maschietti americani, che preferiscono scegliere il football ed il basket, anche a causa dei costi elevati dello sport con la racchetta: “Le donne hanno avuto come esempio le sorelle Williams, ma fra gli uomini non vinciamo uno Slam da ormai una quindicina d’anni e dunque perdiamo i migliori prospetti, che vanno nel football e nel basket. I costi sono troppo alti, i genitori mettono troppa pressione sui figli, che non si divertono e smettono, o comunque non amano davvero quel che fanno e non si impegnano il giusto. Tra i nostri giovani dico due nomi: Opelka, che è alto e grosso e picchia duro, ma si muove anche bene, e Tiafoe, che deve ancora evolversi”.
L’americano si è espresso anche su Rafael Nadal, che ha appena vinto il suo dodicesimo Roland Garros, un risultato eccezionale: “Rafa ha un mix di fisico e tecnica davvero unici, non so dove trovi tutta quell’energia, ha delle qualità eccezionali che ammiro tantissimo. Questi suoi dodici titoli al Roland Garros sono l’impresa più grande di sempre di tutti gli sport: già vincere un paio di volte lo stesso Slam è una prestazione gigantesca, riuscirci dodici volte è semplicemente pazzesco. La sua qualità maggiore è la mentalità, alla quale devono ispirarsi le giovani generazioni. Devono lavorare sul loro tennis, ma soprattutto su questa capacità mentale di Nadal di darsi ogni volta la possibilità di vincere, quella che lui cita continuamente: la passione. Quella che gli permette di giocare con un’intensità che non avevo mai visto su un campo di tennis. Anche perché nessuno forse lavora tanto quanto lui in allenamento. E così è un grandissimo atleta, come lo era Bjorn Borg, il mio grande rivale negli anni 80”.
McEnroe ha parlato del trio Federer-Nadal-Djokovic, che spera possa essere un punto di riferimento per i giovani, così che possano imparare qualcosa da questi mostri sacri: “Negli ultimi dieci anni abbiamo visto i tre più forti della storia del tennis. Dopo aver sepolto l’attuale generazione rischiano di seppellire anche la prossima. Speriamo invece che siano un punto di riferimento per i giovani, come per me è stato il mio idolo Rod Laver”.
Il campione americano ha concluso parlando della rivalità tennistica per eccellenza, ovvero quella tra Roger Federer e Rafael Nadal: “Fedal” è stata la più grande rivalità dello sport, con due personaggi così diversi che più diversi non si può, il bianco e il nero, addirittura uno che suda così tanto che deve cambiarsi continuamente la maglietta e l’altro che non suda mai. Roger deve ringraziare Rafa: se avesse continuato a dominare il tennis non sarebbe diventato così simpatico come da quando ha perso contro il rivale. Anche se i veri tifosi dell’uno odiano sinceramente l’altro. Noi, cinque anni fa, pensavamo che questa favola fosse finita, invece è rinata a Melbourne due anni fa, a Parigi ne abbiamo visto un’altra puntata, forse l’ultima. Chissà”.