John McEnroe: “Il tennis è diventato più un business che uno sport”

L'ex giocatore americano, in una recente intervista a EFE, esprime le sue opinioni sul tennis attuale. Come sempre, senza peli sulla lingua.

John McEnroe è sempre stato un tipo diverso dal comune. Non si è mai tirato indietro nelle sue dichiarazioni e, a 57 anni, continua a non voler mollare la racchetta, come dimostra la sua recente partecipazione alla Senior Cup di Marbella, giocatasi la scorsa settimana.

Continuerò a giocare nel circuito per veterani, finché alla gente farà piacere. Le emozioni dei tifosi mi fanno ancora divertire. Il tennis è uno di quegli sport che si possono svolgere per tutta la vita. Mi rende più giovane, anche se sono un senior ormai“, scherza McEnroe.

Il modo in cui eseguo i colpi fa sì che per me sia ancora abbastanza facile giocare“, rivela parlando di come si possa giocare ancora alla sua età. “Nel circuito di oggi, i giocatori lavorano troppo duramente e il corpo ne soffre di più“, ha poi aggiunto.

Su cosa sia per lui il talento, McEnroe afferma che “è una combinazione di cose. Non è qualcosa che si compra in un negozio. Significa essere in grado di coprire l’intero campo senza quasi muoversi o dando la sensazione di non farlo. Gran parte del gioco è una questione mentale e bisogna saper divertirsi, essere in grado di affrontare tutti i problemi che si presenteranno, le differenti condizioni, tipi di superfici e avversari sempre più complicati. C’è sempre una sfida nella parte mentale del gioco.”

Penso che oggigiorno tutti i giocatori abbiano talento, ma a livelli diversi. Alcuni sono migliori mentalmente, altri fisicamente. I più forti combinano le due cose. Non ci può essere un professionista senza talento, per questo sopravvive chi lavora più duramente. In vetta alla classifica ci sono sempre quelli che lavorano di più“, dice a proposito della situazione del tennis corrente che, a sua detta, ha raggiunto “il livello più alto della sua storia con Rafa, Roger, Novak e tutti quei giovani. Sono il meglio che si sia mai visto tutto insieme“. Ma ritiene che ora “il tennis è cambiato. Ora è più un business che uno sport.

John ammirava Rod Laver e, se alla sua epoca gli avessero detto come sarebbe stato attualmente il tennis giocato a Wimbledon, non ci avrebbe creduto. “Ora stiamo vivendo l’epoca d’oro del tennis, ma il gioco è cambiato molto. Non avrei mai pensato di vedere a Wimbledon giocatori tirare forte e rimanere dietro a scambiare dalla linea di fondo, invece che andare a rete. È pazzesco“, si sorprende l’americano. “È vero, oggi i materiali sono diversi e si usano componenti sempre più leggeri, che permettono di colpire più forte. Non so davvero cosa potrà accadere fra dieci anni“, ha aggiunto.

Come ci si poteva aspettare da uno come lui, Mac non crede sia un male odiare l’avversario. “Molte persone ne hanno bisogno. È una motivazione, soprattutto quando si fronteggia un avversario che ti reca un danno quando vince. Fuori dal campo diciamo che siamo tutti amici, ma quando si gioca si stringono i denti ed in quei momenti esiste solo la passione per la vittoria. Poi dipende molto dalle personalità“, dice.

In conclusione, non poteva mancare un commento sulle notizie che si sono diffuse nelle ultime settimane a proposito dei presunti illeciti di alcuni sportivi. “Tutti gli atleti cercano di migliorarsi in ogni specialità. Non è una questione di se sia giusto o meno, o di vedere se stanno mentendo o no. Se hanno commesso qualche irregolarità devono essere puniti duramente e per un lungo periodo. Le organizzazioni devono essere molto precise su questo aspetto“, puntualizza.

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