INDIAN WELLS – Da testa di serie n. 6 del seeding dei BNP Paribas Open di Indian Wells, Juan Martin Del Potro è stato sorteggiato in una parte di tabellone non semplicissima. Sulla strada della semifinale, aspetta al primo turno il vincente di Struff – De Minaur, nei sedicesimi affronterà probabilmente Ferrer (che ha recentemente battuto in tre set, ad Acapulco) o Sandgren, poi Nole Djokovic, con cui non vince dalle Olimpiadi di Rio, quindi uno fra Isner e Muller e poi il n. 3 del mondo Marin Cilic. Un’eventuale semifinale con Sock o Zverev (non proibitiva) potrebbe essere l’unica nota positiva. “Il mio percorso sarà duro? Come al solito. Mi aspetto sempre di trovarmi nella parte peggiore di tabellone. La cosa che importa di più è restare calmi e procedere un passo alla volta” afferma la torre di Tandil, che aggiunge di sentirsi fiducioso dopo aver battuto avversari complicati ad Acapulco.
IL “TENNISTA SFORTUNATO” E LA DAVIS – Riguardo a Federer, che potrebbe essere il suo avversario in finale, qualora entrambi dovessero raggiungerla, dice: “Non è facile giocare con qualcuno che ammiri. Io adoro giocare con lui. Abbiamo giocato partite difficili in passato, e se dovessi scegliere qualcuno da affrontare in un match importante sceglierei proprio Roger, per poter dire in futuro che ho giocato con lui molte volte e che l’ho battuto”. È un rapporto di amicizia di lunga data quello che lega l’argentino allo svizzero; i due si sono affrontati 24 volte nel circuito, con solo 6 vittorie di Del Potro, ma le sfide più memorabili e importanti sono state vinte da quest’ultimo: in finale agli Us Open nel 2009 e nei quarti l’anno scorso, oltre che diverse volte al Masters e a Basilea. La fama di “tennista sfortunato” che avvolge Delpo ha contribuito a rendere ogni sua vittoria un po’ più notevole, come parziale indennizzo per la sfortuna che lo ha voluto così tanto tempo fermo per infortuni, compromettendo una carriera che, altrimenti, sarebbe stata di sicuro eccezionale. “I tifosi conoscono tutti i problemi che ho avuto per via del polso. Ancora oggi sono costretto a sopportare 3 ore di trattamento ogni giorno. Le persone mi vedono giocare con passione e lo apprezzano”. Infine, interrogato sulle modifiche che sono state di recente proposte per il format della Coppa Davis, il campione 2016 afferma: “Non ne so molto. Ma so che l’ho già vinta con il mio team, perciò per il momento tanto mi basta”. Che sia un parziale addio alla competizione a squadre?