Miomir Kecmanovic è uno dei giovani tennisti rampanti, che nell’ultimo anno ha ottenuto grandissimi progressi nel suo tennis, arrivando fino alla 47esima posizione del ranking e qualificandosi per le NextGen ATP Finals dello scorso anno. Ma i margini di miglioramento sono ancora tantissimi, tanto da essersi posto un obiettivo abbastanza ambizioso per questa stagione: “L’obiettivo per quest’anno sarebbe entrare in Top 30. Se potessi finire l’anno lì, sarebbe meraviglioso per me e lo farò passo dopo passo. Penso che sia meglio fare un passo alla volta senza porsi obiettivi irraggiungibili”.
Il giovane serbo ha avuto l’onore ad inizio stagione di allenarsi sia con Novak Djokovic che con Roger Federer, entrambi nella scorsa off-season. L’esperienza con questi due mostri sacri gli ha permesso da vedere da vicino il loro livello e notare quelle che sono le loro peculiarità: “Per me tutto ha a che fare con il modo in cui impattano la palla in anticipo e come usano ciò per mettere pressione sui loro avversari. E questo passa sicuramente attraverso il loro esasperato gioco di gambe. Penso che sia la cosa più importante nel tennis: il gioco di gambe è la cosa più importante, e anche mentalmente, vedere la palla più velocemente e andare avanti ad impattarla. Non aspettano mai che arrivi, provando ad essere sempre aggressivi”.
Anche l’allenatore di Kecmanovic si era soffermato su questo aspetto: “Penso che ciò sia fondamentale perché tutti sanno giocare i colpi giusti e sbagliati, ma una volta che prendi il tempo, le cose iniziano a essere diverse. Siamo stati fortunati per questa preseason ad allenarci con giocatori molto bravi, alcuni dei migliori giocatori del mondo. Esercitandoti con loro, ti mostrano cosa devi fare e su cosa devi lavorare. Miomir deve essere mentalmente più aggressivo. Il footwork è molto importante, ma le cose cambiano ad esempio quando devi ricercare la pallina. Non hai tutto questo tempo se giochi con i migliori giocatori del mondo. Appena perdi profondità nei colpi, sei morto. Hai perso il punto, tutto qui. Molto semplice.”