Il primo torneo ATP dell’anno è di Kevin Anderson! La decima edizione del Mubadala World Tennis Championship è del sudafricano, classe 1986. Un torneo esibizione dominato dal nativo di Johannesburg, che da lunedì parteciperà al neonato torneo indiano di Pune, dove esordirà contro l’israeliano Jonathan Erlich. Una vittoria meritata da parte del buon vecchio Kevin, che dopo la finale degli US Open continua il proprio momento di fiducia, riuscendo a rivivere quella stagione, il 2015, in cui raggiunse il best ranking. Attualmente occupa la posizione #14, ma servendo e giocando come oggi, il sudafricano potrà avanzare, anche in attesa del rientro degli altri, che in questa edizione ad Abu Dhabi, leggasi tre dei 4 BigFour, hanno deluso o non si sono proprio presentati. Anderson ha vinto 6-4 7-6 (0) contro Roberto Bautista Agut, ancora una volta troppo difensivo e probabilmente messo fuori giri ieri da un Andy Murray impresentabile ed incapace di palleggiare contro lo spagnolo, per via di una condizione ancora deficitaria per i noti problemi all’anca, diventando uno sparring partner non all’altezza del terraiolo spagnolo. Il #20 al mondo probabilmente partiva favorito quest’oggi, dato l’unico precedente contro il sudafricano, risalente a Valencia 2013, quando il tennista nativo di Castellon de la Plana si aggiudicò la sfida dei sedicesimi per 3-6 7-6 (5) 6-3. Ma ancora una volta, Agut si è mostrato troppo sulla difensiva, incapace di impensierire l’avversario, in stato di grazia al servizio durante l’arco del torneo. Dopo il primo match vinto contro Rublev per 7-5 6-2 e la sfida di un set vinta contro Murray di ieri per 6-2, ecco la prima sconfitta contro il sudafricano, anche se in un match non ufficiale. Il cammino di Anderson era stato immacolato proprio come quello dello spagnolo, grazie alle vittorie su Pablo Carreno Busta per 6-3 7-6 (2) e su Dominic Thiem, ormai sempre più condizionato dalla storia d’amore con Kiki Mladenovic, per 7-6 (6) 6-4. La porta a casa Anderson dunque, che sin da subito ha mostrato di averne di più, anche nei movimenti, aspetto migliorato e che gli ha permesso di portarla a casa e di continuare a dare spettacolo dopo il match del ritorno dalla maternità di Serena Williams contro la vincitrice in carica del Roland Garros Jelena Ostapenko, vincitrice al super tie-break nel loro primo incontro. Sotto gli occhi di un pubblico poco numeroso, in un’edizione di una certa pochezza per via dei forfait di Novak Djokovic e Rafael Nadal, che salterà anche Brisbane, e di una condizione dei giocatori ancora da migliorare, Kevin si candida ad un ruolo da protagonista nel 2018, almeno nei primi mesi dell’anno: appuntamento in India.
Kevin Anderson b. 6-4 7-6 (0) Roberto Bautista Agut
PRIMO SET- Kevin Anderson comincia il primo set subito “breakkando” Bautista, una specie di suicidio per lo spagnolo, che consapevole del servizio letale e in “palla” del sudafricano, è costretto a rincorrere per tutto il primo set. Infatti, dopo il break, puntualmente, Anderson è incredibile al servizio, non concedendo nulla all’avversario, gestendo alla grande e sfruttando ogni risposta dello spagnolo, piuttosto scoraggiato e poco reattivo sul servizio comunque potente e profondo del classe ’86. L’abilità del 31enne di quest’oggi è quella di essere riuscito a tenere fisicamente ad ogni scambio, grazie ad una gestione nei movimenti e delle energie molto importante. Sono vari gli schemi utilizzati e provati oggi dal sudafricano, che vuole recitare una parte importante nel 2018. Il sudafricano sul 3-1 e servizio Agut ha 3 palle break, ma la reazione d’orgoglio dello spagnolo non gli permette di sfruttare. Ma la possibilità di andare sul 4-1 è superflua, perché Anderson non concede nulla e dunque si gioca solo sul servizio dello spagnolo, che annulla anche un set point, ma nulla può nel 10° game: Anderson vince il primo set 6-4.
SECONDO SET- Dopo un primo set a senso unico e dominato dal sudafricano, nella seconda partita c’è, finalmente, gioco, in un Abu Dhabi International Tennis Complex semi vuota. Infatti, il pubblico sarà certamente rimasto deluso da parte dei vari campioni che hanno dato forfait o che hanno bistrattato la competizione. Pronti, via: Bautista subito deve difendersi e salvare palle break, che poi guadagna, miracolosamente sul servizio del sudafricano, in occasione del primo calo del 31enne. Ma quanto accade, è momentaneo, perché il solito braccino dello spagnolo non gli permette di andare avanti nel punteggio ma di essere subito contro-breakkato. Così facendo, Anderson mantiene il servizio nel turno decisivo, con entrambi i giocatori che nei rispettivi turni successivi non concedono più nulla, riuscendo ad essere in grado di garantire equilibrio e stabilità con la propria battuta. Ma questa sostanziale parità, ecco che svanisce in un tie-break a senso unico, vinto dal sudafricano per 7 punti a 0: dopo 1 ora e 30 minuti circa, Anderson succede a Rafael Nadal nell’albo d’oro del Mubadala World Tennis Championship.
2 comments
Vous avez compté ses nombreuxaces\
Ha vinto al tie break? Ma non mi dire…