Kyrgios One Man Show, ma vince Djokovic. Nole trionfa a Wimbledon per la 7° volta

Nick lotta, intrattiene, ma la tenuta mentale premia Djokovic. Il punteggio dice 4-6 6-3 6-4 7-6 per Nole, per lui è 7° titolo ai Championships (il 4° consecutivo) e 21° Slam, a -1 da Nadal. Di Jacopo Canonico

Nick Kyrgios dà spettacolo e non solo (William e Kate dovranno dire al piccolo George che le parole che ha sentito oggi pomeriggio non vanno ripetute) ma alla lunga non regge la pressione, Djokovic vince 4-6 6-3 6-4 7-6 e raddrizza una stagione che forse non lo vedrà in campo nemmeno nello swing americano. 

Una delle curiosità maggiori alla vigilia di questo match, oltre all’atteggiamento del pubblico (non particolarmente schierato) riguardava il modo in cui Kyrgios avrebbe gestito, o accusato, l’emozione della sua prima finale in un torneo dello Slam, a maggior ragione nei primi game. Oltretutto dopo averlo visto allenarsi in modo per lui insolitamente attento negli ultimi giorni.

Emozione che sicuramente c’era prima di scendere in campo, nel tradizionale percorso seguito dalle telecamere all’interno del Centre Court, mascherata a modo suo con tanto di sbadiglio pre partita; emozione non accusata al  momento del “Ready? Play”.

L’australiano si è infatti conquistato il primo set a colpi di racchetta e a suon di ace a 200 km/h, facendo vedere ancora una volta (se ce n’era bisogno), anche nel match più importante della sua vita, anche contro Novak Djokovic, cosa è in grado di fare in un campo da tennis. 

Djokovic a Wimbledon 2022. Credits: AELTC/ Jed Leicester

Poi è bastato un game, un gran game in risposta dell’ex numero 1 al mondo, per insinuarsi nella testa di Kyrgios, e incrinare quel perfetto equilibrio che l’australiano aveva mostrato fino a quel momento. 

Bisogna dire che Nick non è uscito dal match come spesso gli è accaduto in carriera, ma sopratutto per meriti di Nole la partita è lentamente, e inesorabilmente, cambiata e scivolata verso l’uomo che per la 32esima volta si trovava in un palcoscenico simile, una finale Slam. E quel game sul 5-3 del secondo parziale (quando Djokovic stava servendo per issarsi 1 set pari), inizialmente fondamentale per il serbo, è diventato poi quasi più importante per Kyrgios, dopo le 4 palle break di cui 3 consecutive non sfruttate. Quel game, che conteneva una fetta importante del risultato finale, il nativo di Belgrado se l’è preso di prepotenza e con gli errori del suo avversario, e gli ha permesso di mettere la freccia, non tanto come punteggio, ma come inerzia.

Kyrgios esegue un tweener nella finale di Wimbledon 2022. credits: AELTC/ Simon Bruty

E nel 3° set, dopo alcuni sprazzi di gioco da occhi sbarrati alla Arancia Meccanica, per il 27enne di Canberra è arrivato un altro colpo da ko, che ha contributo seriamente a minare il suo autocontrollo, quando sul 4-4 ha perso il turno di battuta da avanti 40-0, consegnando successivamente a Djokovic un vantaggio di 2 set a 1.

Anche dopo quel fulmine Nick però non ha spento la luce, dimostrando comunque una certa maturità raggiunta, e nel 4° parziale, anche se lamentandosi dopo ogni punto con il proprio angolo e con l’arbitro, è rimasto attaccato nel punteggio all’ex numero 1 del ranking. L’australiano non ha però sfruttato alcune occasioni e un leggero nervosismo di Djokovic.  Nel tie-break ha poi patito l’evidente tensione; solido e concreto invece quello giocato dal 21 volte campione Major, dominato e chiuso per 7 punti a 3. Braccia al cielo per Nole, filo d’erba del Centre Court assaggiato, 7° titolo a Wimbledon, che significa -1 dagli 8 di Roger Federer, e 21° Slam, che significa -1 dai 22 di Rafa Nadal.

Djokovic e Kyrgios alla premiazione di Wimbledon 2022. Credits: AELTC/ Florian Eisele

Nella cerimonia di premiazione, dopo i trofei consegnati dalla Duchessa di Cambridge Kate Middleton, la conferma di una nascente e inimmaginabile amicizia tra i due finalisti, definita addirittura bromance da Djokovic, per strizzare un occhio a tutti quelli che così si erano divertiti a descrivere il loro rapporto nei giorni scorsi. “Non avrei mai pensato di dire così tante belle cose su di te” ha scherzato Nole riferendosi a Kyrgios, dopo aver indirizzato dei bei complimenti al suo avversario. E Nick i complimenti se li merita tutti, non solo per i soliti highlights che ci ha fornito, ma anche per una consapevolezza mostrata sia dentro che fuori dal campo nell’arco di tutto il torneo, certamente con ancora degli angoli da smussare, dei comportamenti da eliminare, ma con la speranza che, pur magari non diventando mai un tennista sempre esemplare, si sia finalmente reso conto di poter regalare tanto a questo sport, al pubblico, e anche a se stesso. 

Per Djokovic invece vuol dire forse più di ogni altra cosa aver salvato una stagione che è stata molto complicata e che potrebbe tornare ad esserlo, se a fine agosto le regole negli USA non saranno cambiate e al serbo, da non vaccinato, non sarà possibile entrare nel paese e giocare gli US Open.

Per adesso però, a Church Road, si chiudono i cancelli dell’All England Club e ad andarsene con il trofeo è ancora una volta Novak Djokovic. 

Jacopo Canonico

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