La Cina alla conquista del mondo…ATP

Dopo anni di investimenti nelle strutture e nei tornei, il duro lavoro della federazione di tennis cinese inizia a dare i suoi frutti anche a livello maschile. Nonostante il ruolo da protagonista, o meglio comprimario, che la Cina occupa stabilmente nel circuito WTA, nell’ATP il tennis cinese non ha mai ottenuto risultati degni di nota. L’unico cinese, anche se solo per origini, importante nel tennis è stato Micheal Chang, vincitore del Roland Garros 1989 che difendeva la bandiera degli USA dov’è nato.

Per provare a sfornare talenti anche nel tennis la federazione di Pechino ha messo in atto la stessa strategia degli altri sport: ha investito fondi nelle strutture, ed ha organizzato i più importanti tornei. Dal 1993 si gioca l’ATP di Pechino, per quattro volte la Cina ha ospitato le Finals e dal 2009 si gioca un Master 1000 a Shangai. Malgrado ciò il grande talento è sempre mancato, anche se qualcosa negli ultimi anni sembra esser cambiato.

Quest’anno l’ha Cina ha portato a casa già 5 titoli challenger grazie a 3 diversi giocatori, tutti giovani che stanno tentando la scalata nel ranking. Il leader di questa stagione è Yibing Wu, tennista classe 1999, che si è imposto a Orlando, Rome (USA) e Indianapolis, ed è salito fino alla posizione 173 del ranking ATP. Il giocatore di Hangzhou aveva fatto parlare di se già a livello juniores, quando nel 2017 vinse gli US Open sia in singolo che in doppio. La sua ascesa era iniziata in quello stesso anno quando vinse il challenger di Shangai, ma a causa di un grave infortunio al gomito era scomparso dai radar, fino allo scorso Febbraio.

Gli altri due titoli sono arrivati entrambi la scorsa settimana grazie alle vittorie di Zhizhen Zhang e di Juncheng Shang, usciti vittoriosi rispettivamente a Cordenons e a Lexington. Zhang bazzica già da qualche anno il circuito challenger, e vantava già due titoli risalenti al 2019. Il venticinquenne cinese in quell’anno raggiunse il suo best ranking di 139 del mondo, ma a causa del Covid-19 negli anni a seguire ha giocato poco, con conseguente perdita di classifica.

Shang invece sembra essere il fiore all’occhiello della nuova generazione cinese: 17 anni, un passato da numero 1 junior, e già alcune esperienze ATP. Nel circuito maggiore ha debuttato a Rio lo scorso Febbraio grazie ad una wild card, poi ha giocato le qualificazioni a Indian Wells dove ha strappato l’accesso al main draw. Poi ha giocato un po’ di challenger in Europa su terra, prima di tornare sul cemento americano, superficie che al momento sembra essere la più congeniale al suo gioco. E proprio in America è arrivato il suo primo acuto “da grande”, con il titolo nel torneo di Lexington, battendo avversari duri a morire come Kukushkin, Safiullin, Kovacevic, Gomez.

A questi 3 alfieri potrebbe essere aggiunto Tseng, numero 84 del mondo, nativo di Taipei e portabandiera di Taiwan, che fa parte della Cina, o almeno secondo Pechino. Ma, volendo rimanere legati all’ambito sportivo, al tennis cinese poco cambia: indipendentemente da Tseng, si prospettano anni di splendore per la prima volta nella storia.    

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